Insegnanti guastalutto
(L’Opinione della Libertà, 22 novembre 2003)
Lettera aperta al Ministro Moratti: Martedì scorso nel
cortile della scuola pubblica dove io insegno sono stati commemorati i soldati
italiani che hanno perso la vita in Iraq. Una cerimonia breve, dignitosa
e commovente in presenza di alcuni carabinieri locali: l’inno nazionale a
suon di tromba, i nomi dei soldati caduti pronunciati dai bambini della scuola
elementare, e qualche minuto di silenzio. Immagino che la stessa scena
si sarà ripetuto nelle scuole di tante città in tutto il Paese.
Anche se per un giorno solo, si auspicava che almeno nel lutto ci saremmo
sentiti tutti italiani. Ma immagino pure che, come nella mia scuola,
anche nelle altre, saranno successi degli episodi di guastalutto, come quelli
raccontatimi da alcuni genitori confrontatisi con lo sgomento dei propri
figli di cui porto qui solo due esempi:
Tornando in classe dal cortile, con dei buoni pur se tristi sentimenti
nel cuore, i bambini di una classe della scuola elementare si sono sentiti
dire dalla propria maestra: “Se fosse per me, io non vi avrei mai portati
in cortile. Sono stata costretta a farlo dal preside.”
Nel liceo, invece, il giorno dopo, commosso dalle cose alla quali
aveva assistito, uno studente con una bandiera tricolore ha chiesto ai suoi
compagni di classe, “Che ne dite, appendiamola qui nella nostra classe?”
Mi dicono che la risposta è stata un “sì”, unisono. In
quel momento è entrata l’insegnante di storia, che ha schiacciato
il loro progetto con il commento, “Piuttosto appendete la bandiera di Che
Guevara!”
Che ne dice, Signora Ministro, ci pensa Lei a prendere dei provvedimenti
riguardo ai suoi dipendenti? O è meglio che ci pensi Pisanu
a procurare loro un biglietto di solo andata per Cuba, dove si troveranno
senz’altro meglio?
giogia@giogia.com Ritornare alla lista