L’Opinione delle Libertà, Edizione 95 del 15-05-2008
La ex first lady batte Obama nel West Virginia e
dichiara di voler continuare
la corsa
Hillary Clinton
insiste: “Vincerò io!”
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Come prevista la
vittoria della senatrice di New York, Hillary Clinton, nelle primarie
di
martedì è stata schiacciante: l’elettorato del West
Virgina l’hanno preferito
al suo rivale, il senatore dell’Illinois, Barack Obama, due a uno.
Già si
sapeva che i risultati sarebbero stati così netti perché
la demografia di
quello stato fa parte della base della Clinton: bianchi, più
anziani, meno
istruiti. L’elettorato del West Virginia è tipico di chi vota
per la Clinton da
sempre. Il 96% dei residenti sono bianchi. L’unico stato della nazione
con più
persone anziane è la Florida. Solo il 16% percento ha una laurea
e il 25% non
ha neanche la maturità. E’ anche uno degli stati con il reddito
medio più basso
di tutta la nazione. Il 60% dei votanti considerano l’economia la loro
più
forte preoccupazione. Solo un quinto ha scelto la guerra in Iraq come
argomento
numero uno.
Tuttavia, c’erano troppo pochi delegati in ballo (28) perché
questa strepitosa
vittoria cambiasse qualcosa nel conteggio dei delegati. Anzi,
nell’ultima
settimana ben 30 super delegati, si sono dichiarati nel campo di Obama,
cancellando qualunque vantaggio che Clinton avrebbe avuto dai 16
delegati circa
vinti nel West Virginia, e rovesciando il vantaggio che ha sempre avuto
in
questa categoria. Ed è per questo che il suo discorso dopo la
vittoria sembrava
indirizzato non tanto all’elettorato che deve ancora votare nelle
cinque
elezioni che rimangono, ma ai superdelegati del Partito Democratico.
“Voglio
mandare un messaggio a tutti coloro che devono ancora decidere. Io sto
ancora
partecipando a questa gara perché sono convinta di essere il
candidato più
forte. Io posso vincere questa nomination se voi lo decidete e posso io
condurre questo partito alla vittoria nelle elezioni generali, se voi
mi
conducete a quella vittoria ora”.
Il messaggio è chiarissimo. Nonostante tutte le chiacchiere su
non “se”, ma
“quando” si ritirerà, sebbene tutta la matematica del conteggio
degli stati,
dei votanti, dei delegati super e non super siano a favore del suo
avversario,
lei non mollerà perché convinta che solo lei può
vincere contro McCain. Quindi
sta ai super delegati e anche ai delegati normali rendersene conto di
questo e
decidere di far valere la prerogativa superiore della Convention dove,
come
abbiamo detto più volte, i delegati devono rispondere solo alle
loro coscienze
e alla missione di portare un candidato democratico nella Casa Bianca.
Le
parole del coordinatore della sua campagna, Terry McAuliffe, confermano
la
teoria che la senatrice di New York rimarrà nella campagna fino
al ultima
primaria il 3 di giugno. “Stiamo vincendo” - ha dichiarato, McAuliffe -
“Alla
fine avremmo il vantaggio dei voti popolari. Poi starà ai
superdelegati a
decidere”. Evidentemente includeva nel suo conteggio, i voti della
Florida e
del Michigan che in teoria dovrebbero essere esclusi per aver
disobbedito alla
calendarizzazione del partito, ma anche di questo si dovrà
discutere alla
Convention.
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