L’Opinione delle Libertà, Edizione 93 del
13-05-2008
Le primarie che si terranno oggi nel
West Virginia sono una vittoria sicura
della Clinton
Perché Hillary
non vuole ritirarsi
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Che cosa aspetta
Hillary Clinton per ritrarsi? Questa è la domanda che quasi
tutti stanno
chiedendosi sulle intenzioni della senatrice di New York. Si tratta di
“determination or denial”, determinazione o negazione dell’evidenza dei
fatti?
Oltre al fatto che parole come “ritirata” non entrano nel suo
vocabolario, non
si rendono conto che stanno chiedendole di rinunciare ad un sogno di
un’intera
vita: diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti. “Ci sono
troppe
persone che hanno lavorato troppo e troppo a lungo per realizzare
questo
sogno”.
C’è
anche chi sta
chiedendo se sta preparando una strategia di uscita? La risposta: “No
way”,
dicono i suoi. Niente da fare. Lei ha intenzione di continuare ad
affrontare le
primarie una per volta. Sebbene negli ultimi giorni sette super
delegati
abbiano dichiarato il loro endorsement per il senatore dell’Illinois,
Barack
Obama, e ora la Clinton abbia solo un vantaggio di quattro in questa
categoria
di delegati su cui una volta regnava, non c’è segno di un’ondata
di defezioni.
Per quanto sia vero che molti democratici vorrebbero che si ritirasse,
nessuno
vuol dare l’impressione di forzare la sua rinuncia. E lei non se ne
andrà.
E anche se la matematica dei delegati è sempre meno a suo
favore, continua
comunque a vincere nelle primarie anche se di poco, come nell’Indiana.
Come si
fa a celebrare una vittoria annunciando ai propri sostenitori: “Bene,
abbiamo
vinto, adesso mi ritiro”. A maggior ragione adesso che le prossime tre
primarie
sono tutte sue e con maggioranze sostanziose non risichate. Oggi nel
West Virginia
avrà una chiara vittoria, la stessa cosa fra una settimana nel
Kentucky, anche
Puerto Rico dovrebbe essere una facile vittoria.
Uno dei suoi
consiglieri dice che non sta facendo la sua campagna in qualche
universo
parallelo: lei è convinta che la campagna non è ancora
finita. Lei stessa dice:
“stiamo conquistando il voto dei cattolici, degli ispanici, dei
lavoratori e
degli anziani. Sono queste le comunità di voto importanti per
vincere contro
McCain”. Tutti i membri del suo staff dicono che ha ogni intenzione di
portare
la campagna fino al 3 di giugno. E’ il suo itinerario la conferma. Alla
fine
della settimana scorsa è andata in South Dakota dove ha detto ai
cittadini di
quello stato: “Siete voi che avrete la parola finale su chi
potrà diventare presidente”.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista