Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà, Edizione 207 del 26-09-2007

L’ex presidente della Fed

Colpa di Greenspan le turbolenze dei mercati?

di Sandra Giovanna Giacomazzi

La pubblicazione del nuovo libro di Alan Greenspan, i suoi “memoirs”, “The Age of Turbulence” “L’epoca della turbolenza” coincide con le critiche che gli vengono rivolte di essere parzialmente responsabile per la crisi nel mercato dei mutui subprime che sta portando guai nei mercati mondiali e all’economica in generale. Come presidente della banca centrale degli Stati Uniti, la Federal Reserve, meglio conosciuta col suo nomignolo “The Fed”, Greenspan ha avuto uno dei mandati più lunghi della storia di quell’istituzione ed è stato uno dei presidenti più potenti. Nominato da Ronald Reagan nel 1987, si è ritirato nel 2006, dopo aver servito sotto l’amministrazione di George W. H. Bush, Bill Clinton e George W. Bush. Durante il suo mandato Greenspan ha portato, e mantenuto per alcuni anni, i tassi di interesse a livelli bassissimi. I suoi critici dicono che sono proprio quegli interessi bassi che hanno creato il “bubbone” nel mercato immobiliare, rendendo possibile i tassi d’interesse flessibili, in particolare i “teaser rates”, ossia tassi così bassi che erano irresistibili per chi normalmente non avrebbe potuto permettersi di chiedere un credito, e che, nel frattempo, si sono alzati costringendo molte persone a fare default sui mutui e perdere le loro case.

Le critiche a Greenspan concernenti le sue responsabilità al riguardo arrivano dalle pagine editoriali di varie importanti riviste finanziarie. Per esempio, John Cassidy su “Portfolio Magazine” scrive: “Nel mantenere i tassi di interesse troppo bassi e per troppo tempo, Greenspan ha incoraggiato una baldoria speculativa carburata da prestiti facili che adesso si è trasformata in una stretta al credito. Avendo fallito nel prendere misure serie contro il mercato dei mutui, ha permesso ai venditori di mutui subprime di spacciare prestiti dubbiosi, che sono stati impacchettati dai maghi della finanza e rifilati agli investitori.” O Alan Abelson, che ha scritto su “Barron’s”: “Greenspan è andato troppo oltre nell’allettare chiunque a comprare una casa prescindendo dalle proprie condizioni economiche, abbattendo il costo del credito il più vicino possibile al costo, spingendole ad accettare quei nuovi-inventati mutui con tassi d’interressi ingannevolmente bassi.”

Greenspan si difende da chi gli rivolge contro queste accuse affermando che la maggior parte del mercato subprime è a tasso fisso, e che, in una democrazia ed un sistema capitalista basati sulla proprietà privata, bisogna incoraggiare il mercato subprime perché è ciò che permette alle persone a reddito basso di diventare proprietari delle proprie case. Secondo l’ex governatore, i suoi commenti riguardo ai prestiti a tassi flessibili fatti durante una conferenza all’American Entrerprise Institute nel febbraio del 2004 sono stati interpretati male dalla stampa. Aveva approvato questo tipo di strumento solo per coloro che erano intenzionati a tenere una casa per due o tre anni per poi rivenderla. I suoi commenti non erano rivolti a chi faceva un investimento a lungo termine, e certamente non a chi ricorre al mercato subprime, per i quali la soluzione migliore è sempre un prestito di trent’anni a tasso fisso. Questo, però, non spiega perché abbia aspettato fino ad oggi a chiarire le intenzioni delle sue parole.

Una banca centrale è un’entità responsabile per la politica monetaria del suo Paese. La sua responsabilità principale è il mantenimento della stabilità della moneta nazionale e dell’offerta di denaro. Ma oltre a questi, i suoi compiti ancora più attivi includono il controllo dei tassi di interesse per i prestiti e il fungere da creditore di ultima istanza per il settore bancario durante periodi di crisi finanziarie. Possiede anche un potere di sorveglianza per assicurare che le banche e altre istituzioni finanziarie non si comportino in modo spericolato o fraudolento. E’ a quest’ultimo compito che Robert Reich, il Ministro del Lavoro sotto l’amministrazione Clinton, si riferisce quando gli chiede: “Perché la Fed ha ridotto i tassi di interesse così drammaticamente nel 2002 senza incrementare la supervisione sulle istituzioni di credito che ovviamente avrebbero usato il denaro a buon mercato per incentivare tante persone ad indebitarsi, forse irresponsabilmente se non fossero sufficientemente sorvegliate?

Avendo creato le condizioni per il denaro facile che ha condotto al collasso anche il mercato dei mutui prime, perché la Fed non ha provato a fermare o a regolare quelle istituzioni di credito?” Secondo Greenspan, ci sono dei buoni motivi. Pur ammettendo l’esistenza di una buona dose di prestiti predatori, dice al riguardo che “si tratta di frode e quindi atti criminali che la Federal Reserve è malpreparata a prevenire”, competenza, piuttosto, del Dipartimento della Giustizia. Avendo, però, ammesso che il problema era stato percepito e sapendo quanto i mercati finanziari pendano dalle sue labbra, avrebbe potuto sparare una delle sue frasi famose, criptica o meno, per mettere il mondo in guardia su ciò che stava in pentola nelle cucine finanziarie.


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