Italian
Perspectives
by Sandra Giovanna
Giacomazzi
L’Opinione delle Liberà, Edizione 161 del 27-07-2007
Elezioni Usa
Thompson, la
fortuna di un non-candidato
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Sta raccogliendo
fondi, ha un sito su Internet, partecipa ad interviste sui Radio Talk
Shows ma
ancora Fred Thomson, attore ed ex senatore del Tennessee, non ha
ufficialmente
annunciato la sua candidatura per diventare presidente degli Stati
Uniti. Ma
per qualcuno che è ancora fuori della corsa, nei sondaggi
Thompson riesce a
guadagnare un posto da potenziale vincitore e questo nonostante i mesi
di
campagne già compiute dagli altri candidati Repubblicani. In
alcuni sondaggi
nazionali o è al primo posto o lo è quasi. E in molti
sondaggi regionali è al
primo o secondo posto. Le rare volte che si trova al terzo posto lo
è per poco.
Quindi senza aver spesso soldi o partecipato alla campagna elettorale
ha già
ottenuto un risultato equivalente ad una campagna di $35 milioni.
Non c’è dubbio che la sua popolarità è dovuta alla
sua visibilità ed alla sua
notorietà al grande pubblico attraverso il suo ruolo in “Law
& Order, una
serie televisiva altrettanto popolare tra il pubblico televisivo
italiano. E’
anche conosciuto per i suoi ruoli in film come “Nel centro del mirino”
e
“Caccia a Ottobre Rosso”. Si parla molto della sua presenza, del suo
fascino e
del suo ruolo rassicurante come Procuratore Generale nella serie
televisiva,
qualità che non bastano per diventare presidente degli Stati
Uniti. Ma secondo
il consulente della commissione esploratore per la sua candidatura, Ken
Khachigian,
anche se non bastano per farlo eleggere, certamente non guastano. Sono
carte in
più che ha da giocare ancora prima della partita.
Fred
Thompson non
ha, però, solo le carte della sua presenza e notorietà ma
anche quelle delle
sue qualifiche professionali. Ha studiato filosofia e scienza politica
alla
Memphis State University prima di studiare legge alla Vanderbilt
University. E’
stato viceprocuratore federale nello stato di Tennessee dal 1969 al
1972 ed è
membro della Commissione per le Nomine alla Corte d’Appello, sempre per
lo
stato di Tennessee. Per 17 anni, dal 1975 al 1992 ha lavorato come
lobbista in
Washington, per clienti come Westinghouse, Gerneral Electric e le
banche della
Tennessee Savings and Loan League.
Nel
1994,
Thompson è stato eletto al Senato degli Stati Uniti, occupando
il posto
lasciato libero quando Al Gore è diventato Vicepresidente. Ha
concorso come
conservatore nel campo economico e come outsider di Washington,
minimizzando il
suo passato di lobbista e viaggiando in lungo e in largo lo stato del
Tennessee
in un pick-up rosso e camicie di flanella. Ha vinto un secondo mandato
nel 1996
con oltre il 60% dei voti.
Thompson
è
considerato un conservatore convinto. Predica la necessità di
mantenere le
tasse basse e critica chi si concentra sulla distribuzione della
ricchezza,
coloro che vogliono dividere la torta piuttosto che aumentarla. E’
pro-life: ha
definito il caso Roe vs. Wade della Corte Suprema del 1973 che ha
legalizzato
l’aborto “una cattiva legge e cattiva scienza medica”. Vede il problema
dell’immigrazione in termini di sicurezza nazionale, è a favore
di frontiere
più sicure ed è contro una legislazione che potrebbe dare
una parvenza di
amnistia ad immigrati illegali. In politica estera, ha appoggiato la
decisione
del presidente di aumentare le truppe in Iraq e trova irresponsabile
pensare di
abbandonare il paese mediorientale alla sua sorte.
Essere
leale a
valori conservatori non vuol dire, però, essere ciecamente
fedele al Partito
Repubblicano. Il suo conseguimento più importante nel Senato fu
nell’investigazione degli abusi per la raccolta dei fondi durante la
campagna
presidenziale del 1996. L’investigazione iniziò come speravano i
leader
repubblicani con la rivelazione di fondi donati dal governo cinese per
la campagna
presidenziale di Clinton. Ma poi ha diretto la sua attenzione a Haley
Barbour,
ex presidente della Commissione Repubblicana Nazionale, e ai suoi
sforzi per
raccogliere donazioni in Asia.
“Quando la gente mi chiede come mai ho lasciato il Senato, dico sempre
che dopo
otto anni a Washington, avevo nostalgia per il realismo e la
sincerità di
Hollywood.” Questa la battuta standard di Thompson che non manca mai di
provocare le risate volute. Se deciderà di entrare sul serio in
competizione
per la presidenza, ci sarà gente che gli chiederà come
mai vuole lasciare
Hollywood. La sua risposta riguarderà i problemi di politica
pubblica e la
necessità di una nuova bipartisanship per risolverli. Non
sarà certo per
nostalgia per la fantasia e la finzione di Washington DC!
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