Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà, Edizione 120 del 14-06-2008

McCain vuol conquistare l’elettorato femminile abbandonato dai Democratici ma…

Le femministe scaricano Hillary

di Sandra Giovanna Giacomazzi 

Il senatore dell’Arizona, John McCain sta per mandare la sua consulente donna più di spicco, l’ex direttrice di Hewlett-Packard, Carly Fiorina, a fare un tour negli stati di Ohio e Pennsylvania.  La sua missione: corteggiare le donne deluse dalla rinuncia della senatrice di New York, Hillary Clinton. La battaglia per le donne di Hillary si è aperta e stanno avvenendo i più impensati trasformismi.  Non solo molte donne democratiche minacciano di lasciare il partito Democratico per McCain, ma c’è una sostenitrice di McCain che ha traslocato nel campo del senatore dell’Illinois, Barack Obama!  E’ il caso di Anselma Dell’Olio che confessa: pur apprezzando moltissimo il senatore dell’Arizona, lei voterà per Barack Obama.  “ Ma come?”, chiederete.  Lei, femminista storica che vede l’ennesima donna costretta a rinunciare ad un obiettivo per lasciare spazio all’uomo di turno, meno competente e meno esperto, non vota secondo le sue convinzioni, ma proprio per quello che le ha usurpato il posto?  Eppure è così.  Riguardo ad Obama, sente “un’onda”, confida, e da quell’onda si è lasciata prendere.

Alla domanda riguardo alla sconfitta di Hillary Clinton: “In che cosa ha sbagliato?”, Dell’Olio risponde semplicemente: “E’ una donna.”  Come per dire: Non poteva essere altrimenti. E pensare che solo un mese fa, dopo la vittoria della Clinton nell’Ohio e nella Pennsylvania, Anselma aveva scritto nella sua rubrica su “Grazia”: “È troppo presto per cantare vittoria, ma non per scoppiare d’orgoglio nel vedere la prima donna candidata a Comandante in Capo dimostrare grinta e fegato, una capacità di incassare colpi devastanti e di sferrarne al “coccolato” Obama.”  Eh beh?  Le basta il quasi?  E’ vero che nello stesso articolo aveva scritto cose poco degne dei suoi famosi “comandamenti” di “Brancorosa”, che promettevano l’appoggio di ogni donna ad ogni altra donna in quanto tale e proibivano la denigrazione reciproca.  Invece, lei aveva descritto Hillary come “una sgobbona rugosa e consunta, con una piattaforma di spessore, ma priva di fantasia e glamour.”  E come se non bastasse, ha aggiunto:  “Vuoi mettere un vecchio arnese come Hillary, culona e più cornuta di cento lumache, con quello strafico smagliante, elegante e sexy di Obama?” Alla faccia della solidarietà femminile!

Secondo Dell’Olio è troppo presto per una donna presidente.  Era troppo presto per la candidatura di Geraldine Ferraro alla vicepresidenza nel 1984, com’è troppo presto per Hillary oggi. Francamente non riusciamo a capire l’impedimento temporale.  Se l’India ha avuto Indira Ghandi come primo ministro negli anni Sessanta, Israele, Golda Meir negli anni Settanta, la Gran Bretagna, Margaret Thatcher negli anni Ottanta, e il Pakistan, Benazir Bhutto negli anni Novanta, non riusciamo a capire perché gli Stati Uniti d’America non possono avere una donna Presidente all’inizio del Terzo Millennio!  Il paradosso ci pare simile a quello che abbiamo già scritto a proposito  dei “latin lovers” che sono più interessati alla conquista che all’atto di amare una donna.  Per le femministe non importa che le donne acquisiscano sul serio il potere.  Basta la battaglia. 


Editors interested in subscribing to this syndicated column may request information by sending an e-mail to:

giogia@giogia.com                             Ritornare alla lista