La guerra non è un video gioco.
Nei vecchi tempi dell’altro ieri ci volevano settimane per ricevere una corrispondenza dall’estero. Poi nacque il fax, e ci sembrava un miracolo mandare un documento dall’altra parte del mondo nel tempo di una telefonata e il passaggio di un foglio in un apparecchio custodito in casa. Ancora dopo, il Pentagon, attraverso l’interessamento di Al Gore, permise che l’internet diventasse di dominio pubblico a portata di mano di tutto il pianeta. Non ci è voluto molto perché da questo nuovo network chiamato web e la posta elettronica pretendessimo l’immediatezza delle comunicazioni come chi schiocca il dito e esige la magia. In effetti magia lo è. Ma neanche quella ci soddisfa. A chi conosce l’ADSL sembra dover sopportare un ritorno all’epoca medievale se gli tocca usare un sistema dial-up. E per chi conosce la velocità della fibra ottica, con l’ADSL pare dover soffrire tempi interminabile e un passo indietro intollerabile.
Anche le guerre una volta duravano tanto, dei decenni, poi degli anni, oggi invece per mesi o settimane. L’ultima Guerra del Golfo durò un mese e mezzo. Quella in Kosovo poco più di due. Questa, pare che stia già concludendo in poco più di un mese. Un paio di settimane fa sembrava che potesse tirare “all’infinito” e tutti puntavano il dito contro il Pentagono che aveva “sbagliato tutto” promettendo una “guerra lampo”. Dal momento che ebbe inizio, si è discusso ossessivamente della durata di questa guerra. Come se i mezzi pesanti e i soldati potessero occupare un Paese grande e grosso con il click di un mouse. Come se non bisognasse tener conto dei mille imprevisti di cui per forze di cose una guerra è piena. Qualcuno dovrebbe informare l’opinione pubblica, ma anche i giornalisti, che la guerra non è un video gioco.
Anche chi ora pretende elezioni democratiche immediate in Iraq fa ragionamenti virtuali e non reali. Il piano americano di rimettere in moto i servizi essenziali entro 90 giorni, e passare ad un governo ad interim iracheno per arrivare entro due anni a libere elezioni, sembra, appunto, il piano di chi ha i piedi per terra e non le mani sul telecomando della play station.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista