I russi hanno appena celebrato un avvenimento inedito: per la prima volta hanno potuto partecipare al processo democratico per eleggere il loro presidente. Nonostante le barzalette raccontate a profusione che davano per scontato le probabilità truffaldine sia da parte degli uomini di Yeltsin che da parte dei comunisti, pare che niente di ciò sia successo, almeno non in modo eclatante. Questo è stato confermate sia dagli oltre mille osservatori stranieri, sia dai risultati.
Queste elezioni hanno comunque qualcosa di interesse singolare soprattutto per il popolo italiano. Sulle televisione italiani non si è visto, ma quelle americane hanno dedicato molto spazio nel far vedere l’organizzazione capillare e mondiale per dare ai russi all’estero la possibilità di partecipare al voto. Un traguardo che gli italiani non hanno aggiunto in 50 anni di repubblica. Un argomento che il nostro presidente Oscar Luigi Scalfaro ha rifiutato categoricamente di toccare nel suo discorso alla comunità italiana negli Stati Uniti durante il suo recente viaggio. Sono una editorialista di un giornale americano, vivo da 18 anni in Italia e godo della doppiacittadinanza. In questi 18 anni non solo non ho mai dovuto rinunciare al mio diritto di voto da americana, ma anzi, ho potuto farlo da casa mia, ricevendo la scheda informatica per posta. Penso che la spesa per una tale organizzazione sia minore di quella dello stato italiano per rimpatriare i cittadine dall’estero in occasione delle elezioni. Non credo sia un problema economico, quanto di volontà politica di chi ritiene di aver solo da perdere dal voto dei suoi compatrioti all’estero.
Giugno 1996
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