Italian
Perspectives
by Sandra Giovanna
Giacomazzi
L’Opinione delle Libertà, Edizione 237 del 05-11-2008
Come si vota negli Usa
Il sistema elettorale è
complesso perché è federalista
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Ogni quattro anni tutti si mettono le mani nei capelli cercando di
capire il sistema elettorale americano, l’Electoral College coi suoi
grandi elettori. I sistemi elettorali sono già complicati di
natura, ma quello americano sembra particolarmente poco ragionevole.
Molti chiedono perché il Paese che pretende di rappresentare la
quintessenza della democrazia non usi contare il voto popolare.
Cerchiamo di chiarire alcune cose. Inannzitutto, il voto popolare
conta, solo che conta non come insieme della nazione, ma stato per
stato, come se ogni stato facesse la sua propria elezione. E’ come se
un giorno si decidesse di far votare gli Europei per eleggere il
Presidente della Commissione Europea. Ogni Paese membro voterebbe per
conto suo, assegnando ad ogni Paese un numero di voti elettorali in
funzione alla grandezza del territorio e della sua popolazione.
Pensando a questo sistema riferito all’Europa, forse è
più facile da concepire perché l’Europa è, in
effetti, formata da nazioni distinte.
In effetti, il sistema nacque quando gli stati sentivano una forte
esigenza di salvaguardare la loro autonomia. Ad ogni stato fu assegnato
un numero di grandi elettori che corrisponde al numero totale dei
rappresentanti di ogni stato nel Congresso. Per esempio, se la
California ha 55 Grandi Elettori, ciò significa che ha 53
rappresentanti nella House of Representatives più 2 senatori. Il
Montana, che ha solo 3 grandi elettori, ha 1 rappresentante nella House
e 2 nel Senato. Il sistema è maggioritario e “winner-takes-all”,
e quindi il vincitore si piglia tutti i grandi elettori di quello stato.
In seguito si sommano i risultati dei grandi elettori di ogni candidato
in ogni stato: chi raggiunge la quota di 270 viene eletto Presidente.
Può quindi capitare, com’è già successo 4 volte
nella storia degli Stati Uniti, che un candidato vinca il voto
all’Electoral College e acceda alla Casa Bianca, pur avendo perso il
voto popolare come somma dei voti dell’intera nazione.
Oggi gli americani non sentono più un forte distacco fra uno
stato e un altro e molti sosterrebbero l’eliminazione dell’Electoral
College a favore del voto popolare nazionale. Allora perché non
si fa? Intanto perché molti stati, quelli meno popolati,
perderebbero un peso che gioca completamente a loro vantaggio.
Paragoniamo, per esempio, la California, con i suoi 55 grandi elettori,
con il Montana, con i suoi 3. Senza il sistema attuale, ogni stato vale
quanto il suo corpo elettorale. La California perderebbe un valore
aggiunto che corrisponde a 2/55esimi, ma il Montana, invece, ne
perderebbe 2/3!
Cambiare il sistema richiede un emendamento alla Costituzione che deve
essere proposto da una maggioranza qualificata di due terzi del
Congresso (357) e poi ratificato da tre quarti degli stati (38). Sono
state avanzate molte proposte per cambiare il processo elettorale per
eleggere il Presidente, però nessuna è mai passata al
Congresso per essere poi ratificata dagli stati. Gli stati che
preferiscono lasciare le cose come stanno sono troppi perché
passi la proposta in prima istanza.
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