Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

Overseas, Perspectives, 23 settembre 2008

L’indice più seguito del mondo contiene solo 30 titoli
 
Il Dow Jones scambia l’AIG per la Kraft
 
di Sandra Giovanna Giacomazzi
 
Questa settimana il Dow ha tolto l’AIG dal suo indice e lo ha rimpiazzato con la Krafts Food, Inc., un’azienda alimentare che vale un terzo del gigante assicurativo.  Solo 30 aziende fanno parte del Dow Jones Industrial Average, l’indice che tutto il mondo segue come punto di riferimento dei mercati azionari.  Ma quanto peso merita questo indice?  E come si decide e chi decide quali aziende ne faranno parte? 
 
Uno di quelli che partecipano a prendere queste decisioni si chiama Ken Brown, uno dei direttori del Wall Street Journal, una pubblicazione del Dow Jones.  Secondo Brown, hanno esaminato l’indice per vedere ciò che mancava e hanno deciso che i beni di consumo e alimentari erano sottorappresentati, nonostante la presenza di McDonalds e la Coca-Cola.  Cercano di fare in modo che l’indice rappresenti tutti i settori dell’economia americana.  Ma secondo John Shoven, un economista della Stanford University, lo sforzo è inutile.  “E’ un indice fallace, il peggiore di tutti gli indici.  L’unico merito che ha è la sua anzianità - sta avvicinandosi al suo 120-esimo anno di vita.”
 
Ma perché sarebbe il peggiore?  Secondo Shoven, il problema del Dow è che le compagnie contenute nel indice sono pesati alla pari, senza tener conto della grandezza dell’azienda.  Ed essendo queste solo 30 l’indice è troppo vulnerabile, il collasso di uno dei suoi titoli, fa crollare l’intero indice.  Più un indice è grande, meglio rispecchia il mercato.  Chi segue i mercati per lavoro è molto più interessato all’andamento dello Standard & Poor che contiene 500 aziende.  Ma i veri professionisti preferiscono l’indice Wilshire, che ne contiene 5000, e chi vuole capire la prestazione del proprio portafolio farebbe meglio a paragonarlo al Wilshire.  Tuttavia, le prestazioni di quest’anno smentiscono i critici del Dow:  al momento di scrittura, entrambi gli indici, il Dow e il Wilshire, hanno perso circa il 15%.  


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