Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà, Edizione 272 del 12-12-2007

Primarie americane, il dibattito su You Tube

Vincono i repubblicani “di nicchia”

 di Sandra Giovanna Giacomazzi

 Difficile fare scommesse su chi potrebbero essere i probabili candidati democratici e repubblicani a vincere le primarie che cominceranno fra poche settimane. O meglio: quasi tutti danno per scontata la vittoria di Hillary Clinton, ma il candidato repubblicano è considerato “wide open”, largamente aperto e il recente dibattito che si è svolto in St. Petersburg, Florida non ha aiutato a fornire delle idee più chiare su un possibile vincitore. Anzi. Il dibattito fra gli otto candidati repubblicani si è realizzato con lo stesso schema di quello avvenuto in Charleston, South Carolina nel mese di luglio fra gli otto candidati democratici. Entrambi gli eventi sono stati organizzati in collaborazione fra la CNN e You Tube con una formula completamente nuova. Le domande ai candidati, anziché essere formulate da giornalisti di professione, provenivano da cittadini comuni che stavano comodamente a casa e inviate a YouTube via webcam. Se i video raccolti da YouTube l’estate scorso per il dibattito democratico erano 2000, per il dibattito repubblicano appena trascorso erano 5000. E’ stato poi un team di giornalisti della CNN a selezionare le video-domande che sarebbero state presentate ai candidati per ottenere le loro risposte.

I tre candidati favoriti al livello nazionale non sono usciti vincenti da questo dibattito. Mitt Romney, ex governatore del Massachusetts, rispondeva sempre con un tono di difesa. L’ex sindaco di New York, Giuliani appariva a volte un po’ goffo. E Fred Thompson, l’ex senatore del Tennessee e attore del telefilm “Law & Order” con la sua voce suadente e rassicurante e il suo accento seducente del Sud, inciampava nel rispondere. I tre “vincitori” del dibattito, quelli più convincente nei toni e negli argomenti, erano il deputato Ron Paul del Texas, il Senatore John McCain dell’Arizona e l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee. Molti italiani non avranno neanche sentito parlare di Ron Paul, uno dei pochi repubblicani ad essere sempre stati contro l’intervento in Iraq. Non dovrebbe essere un punto a suo favore fra l’elettorato repubblicano, ma lui usa l’argomento come se fosse un atout: visto che i sondaggi dicono che il 70% degli americani non ne possono più della guerra in Iraq, ritiene che queste statistiche facciano di lui l’unico repubblicano che potrebbe vincere contro qualsiasi candidato democratico. Paul sta raccogliendo una quantità di denaro impensabile e molti credono che potrebbe presentarsi come candidato indipendente mettendo a repentaglio il voto repubblicano.

Gli argomenti “isolazionisti” di Paul facevano imbestialire McCain. Aveva appena trascorso la festa di “Thanksgiving” con le truppe le quali avevano espresso il loro desiderio di portare a termine il lavoro che stanno compiendo, soprattutto adesso che le cose stanno andando molto meglio. McCain ha anche ricordato che lui è sempre stato contro l’impegno minimalista iniziale, insistendo che per vincere bisognava aumentare le truppe. Ha anche ricordato che in Vietnam gli americani non perdevano le battaglie; hanno perso la guerra solo perché avevano perso il consenso dell’opinione pubblica. Ma il vero vincitore del dibattito è stato Mike Huckabee che sa ben articolare qualunque argomento in modo eloquente, umano e spesso anche con un senso d’umorismo. Alla domanda sulla pena capitale, lui ha raccontato quanto fosse difficile per lui come governatore e cristiano affrontare quella responsabilità decisionale. Ma quando il giornalista, Anderson Cooper, che coordinava l’evento lo ha richiamato alla domanda specifica: “Che cosa farebbe Gesù?”, lui ha risposto: “Gesù era un uomo troppo intelligente per mettersi a concorrere per un ufficio pubblico!”, beccandosi più applausi e risate di tutti.


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