Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà, Edizione 30 del 06-02-2007

A gennaio le vendite delle auto sono aumentate del 32%

Italiani in coda dal demolitore

 di Sandra Giovanna Giacomazzi

La settimana prossima dovrò portare la mia bellissima macchina al demolitore e mi piange il cuore. 

Abbiate pazienza, direttore e lettori, per questo mio piccolo sfogo, ma vi prometto che sto scoprendo che il mio dramma personale è un problema collettivo che riguarda la maggior parte delle famiglie italiane anche se sui giornali nessuno ne parla.

Si tratta di un Audi 80 del 1990, comprata e mantenuta con amore, nella quale allora avevo fatto mettere tutti gli optional che a quei tempi non erano di serie neanche nelle macchine di lusso: servo sterzo, ABS, aria condizionata, autoradio blindata, addirittura col cruise control fatto istallare durante un viaggio in Germania, le gomme antineve per la montagna e gomme nuove per la città, anche gli ammortizzatori sono nuovi. Ha 124,000 chilometri e ne potrebbe fare tranquillamente altrettanti senza lasciarmi mai per strada come mai mi ha lasciato per strada.

La devo demolire perché non ha più senso economico continuare a pagare l’assicurazione e il bollo per una macchina che non posso più guidare e che non ha un prezzo di mercato.  Non è neanche regalabile! Ho telefonato ad un demolitore per sapere che cosa devo fare per demolirla e anche la signora che mi ha risposto al telefono ha dovuto subire il mio inno sui pregi della mia amata automobile che le nuove leggi mi obbligano a distruggere.  Mi ha ascoltato con tanta pazienza e alla fine mi ha detto con empatia, “Signora, non me lo dica.  Ho il parcheggio pieno di macchine come la sua che sono obbligata a demolire entro 20 giorni, se no, mi fanno la multa!”

Perché non la rottamizzo per una macchina nuova, chiederete?  Perché non mi serve una macchina nuova.  Non guido più, almeno non in Italia. Un po’ per dei problemi di vista piuttosto seri, un po’ perché Torino è diventa un cantiere unico, un po’ per i sensi unici e le zone vietate che cambiano un giorno sì e l’altro pure.  Vivo in centro e lavoro in centro.  La macchina non mi serve.  Quindi il mio dramma personale è sentimentale ed estetico.  Trovo ripugnante dovere demolire un oggetto così bello e così potenzialmente utile solo perché una banda di cretini hanno creato una tabella classificando le automobile secondo quanto presuppongono che inquinino.  Non ci credo neanche per un attimo che la mia Audi inquini di più di una Panda nuova!

Comunque il vero problema non è il mio, ma quello di tutte le famiglie italiane alle quali la macchina serve e serve senza limiti: per andare al lavoro, per andare a prendere i figli a scuola, per fare la spesa.  Non c’è persona con cui parlo che non abbia già cambiato la macchina pochi anni fa e che non si trovi a doverla cambiare di nuovo.  Ormai pretendono che cambiamo le macchine, non come se fossero le mutande, ma poco ci manca.  Poi sarebbero gli americani ad essere consumistici, spreconi, disinvolti della filosofia usa e getta!

I tempi di durata delle automobili sono più o meno come quelli del computer: tre anni.  Solo che coi computer è la tecnologia che avanza e che ci impone di cambiarli.  Con le macchine sono le imposizioni delle leggi.  Ma dove per un nuovo computer te la cavi con circa mille Euro, per una nuova macchina, devi tirar fuori lo stipendio di un anno!  Quale famiglia può permettersi di spendere ogni tre anni un intero stipendio per l’automobile?  Ma ve ne rendete conto?  Tutti, nel privato, protestano, ma nessuno fa niente.  Tutti in coda dal demolitore o a rottamare per cifre irrisorie.  Se si pretendessero cose simili dagli americani, avrebbero già buttato giù la Casa Bianca.  Ci si riempiono pagine di giornali con articoli sul cuneo fiscale, su qualche punto di Irpef in più o in meno e di mille altri fattori economici che incidono sul budget delle famiglie, ma sono noccioline in confronto a quanto incide la spesa per compare un’automobile. 

Capisco che chi ci fa queste belle leggi, con la pretesa di migliorare l’ambiente, gira con le macchine blu e quindi il problema non è suo.  Dico “pretesa” perché le differenze fra le Euro 0, 1, 2, 3, o 4 non sono tali da cambiare il mondo.  Se volessero veramente migliorare l’ambiente, la tecnologia dovrebbe cambiare in maniera più radicale.  Qui si tratta di vendere più macchine.  Insomma, a gennaio le vendite delle auto sono aumentate del 32%.  Non vi passa per la mente che qualcuno stia speculando alla grande?  Non saranno, per caso, proprio quei verdi ambientalisti promotori di queste leggi?  Si saranno chiesti quanto contamina l’aria demolire una macchina “vecchia”o quanto inquina tutta questa nuova iperproduzione? Anziché farci demolire le nostre automobili, perché non si auto demoliscono loro?!


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