La democrazia sospendibile (Sull’Opinione, 19 marzo 2003)
Nel primo numero di MicroMega di quest’anno, due notissimi procuratori palermitani, Antonio Ingroia e Roberto Scarpinato, suggeriscono l’opportunità di “sospendere autoritativamente la democrazia aritmetica, al fine di salvaguardare la democrazia sostanziale, cioè il bene comune della generalità dei cittadini contro la stessa volontà della maggioranza”. Se i Signori Ingroia e Scarpinato fossero due cittadini normali, forse con un certo eccesso di generosità democratica, si potrebbe anche permettere loro di formare un partito basato sulla loro credenza nella “democrazia sospendibile”. Ma come membri di una delle istituzioni della repubblica le loro parole rappresentano un atto di tradimento contro la costituzione che loro dovrebbero invece difendere. Per non parlare dell’ennesimo oltraggio alla separazione dei poteri. Ci siamo oramai abituati ai magistrati che non si limitano ad interpretare la legge, ma che pretendono di dettarla, indicando quali leggi dovrebbero essere votate o no in parlamento. E quando passano leggi che non vanno loro a genio, non ci meravigliamo neanche più quando decidono di ignorarle. Ma suggerire la sospensione della democrazia va ben oltre i soliti soprusi quotidiani. È un invito a colpire lo stato nella miglior tradizione stalinista. Non c’è nessuno che suggerisca che diano le dimissioni, che siano processati per tradimento alla repubblica? Così si farebbe in un Paese normale.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista