Italian Perspectives                                            
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

Cultura teatrale e civiltà toeletta  (Il Pungolo, 30 agosto 2005

Statue storiche e palme di ogni tipo fiancheggiano il lungo viale illuminato da lampioni che conduce al teatro all’aperto dove si svolge ogni anno dal 1948 il “Luglio Musicale Trapanese”, il programma di opere e concerti estivi (non solo a luglio nonostante il nome) della città di Trapani.   Il Teatro Giuseppe Di Stefano è situato nel parco Villa Margherita nel centro della città a due isolati dal mare.

Otto alberi di ficus secolari, i cui rami e foliazioni sono talmente folti da coprire l’intero “teatro”, platea e palcoscenico, formano un tetto naturale di vegetazione che lascia intravedere la luce della luna e percepire le brezze notturne del mar Tirreno.  Pur essendo un teatro all’aperto, gli spettatori sono accolti in comode poltrone felpate da teatro.  Un’atmosfera unica, raccolta e accogliente, “Luglio Musicale Trapanese”, non ha niente da invidiare all’Arena di Verona o al Teatro delle Terme di Caracalla a Roma, né in termini di ubicazione né in termini di programmazione.

Quest’anno il cartellone prevedeva quattro opere:  “Andrea Chenier”, “Un Ballo in Maschera”, “Pagliacci” e “Cavalleria Rusticana”, e due concerti:  uno con arie da opere e l’altro con musica corale, sempre da opere.  Le voci meravigliose, la bravura dell’orchestra, l’arte della direzione, le stupende scenografie e i costumi ricercati non sono stati da meno di quelli che si possono vedere nei miglior teatri invernali sparsi per l’Italia.  E il pubblico trapanese sa rendere omaggio allo stupendo ambiente e alle eccellenti bravure rispondendo con abbigliamento elegante e applausi entusiasti.

L’unica nota stonata è quella che riguarda i servizi igienici.  Troppo pochi per il pubblico presente, troppo lontani da raggiungere nel periodo di un intervallo, e l’effetto finale, una volta raggiunta la metà, è devastante. Evidentemente il pubblico trapanese si è adeguato alle circostanze perché nonostante la scarsità, non c’era molta coda; avranno imparato a bere poco nei giorni degli spettacoli!  Ad ogni modo, è un vero peccato che l’esperienza di una serata passata in un autentico gioiello di teatro sia rovinata da bagni pubblici indecenti.  Se la città o l’Ente non hanno voglia di investire alla loro ristrutturazione, potrebbero almeno fornire qualche bagno chimico provvisorio ma pulito.

Devo dire, però, che non è solo il teatro di Trapani a scarseggiare di servizi igienici adeguati.  Al Teatro Regio di Torino ci sono code interminabili ad ogni intervallo e se non hai la fortuna di essere uno fra i primi, o salti le tue esigenze, o salti un atto!  Amici che hanno frequentato parecchi teatri lirici in lungo e in largo per la Penisola mi riferiscono che è un problema comune a tutti.  E pensare che con l’alzare dell’età media della popolazione, a maggior ragione si alza l’età media degli spettatori dei teatri lirici, con tutti i loro problemi idraulici annessi e connessi!  Alla cultura teatrale bisognerebbe chiedere ai signori architetti di aggiungere un po’ di civiltà toeletta.


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