L’Opinione delle
Libertà, Edizione 172 del 04-08-2006
Si continua a
parlare di un paese che esisteva solo nelle teste idealizzate di
chi non doveva subirla
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Non
riusciamo a capire la delusione e sorpresa di
Pierluigi Battista che si lamenta affermando: “Ma che Cuba
assomigliasse in
modo così macroscopico alla Corea del Nord di Kim Il Sung o ad
uno di quegli
staterelli africani in cui il potere si trasmette o attraverso i
vincoli di
sangue oppure con un cruento golpe militare, questo non era ancora
così
evidente”. Non capiamo perché non gli era evidente, visto che
l’articolo 94
della costituzione cubana afferma che: "In caso di assenza, malattia o
morte
del Presidente del Consiglio di Stato, il suo incarico sarà
preso dal primo
vice-presidente" e visto che è da tempo che il fratello di
Castro occupa
proprio quel ruolo.
Non sappiamo perché Pierluigi Battista ritiene che sia il caso
di sospendere
“il giudizio sull' oppressione che il castrismo ha inflitto al suo
stesso
popolo, sulle rotte disperate in mare dei cubani in fuga dall' inferno
della
repressione all' Avana, sulle carceri stracolme di dissidenti, sull'
economia
alla rovina in omaggio ai dogmi della pianificazione rivoluzionaria,
sugli
omosessuali rinchiusi nei campi di concentramento, sui giornali
vietati, i
libri proibiti, gli scrittori in esilio, sull' onnipotenza spionistica
della
polizia politica al servizio di un potere sempre più prigioniero
della paranoia
e della sindrome del sospetto generalizzato” che sono stati e sono la
realtà
cubana da cinquant’anni. E perché preferisce, come l’Annunziata,
a soffermarsi
su Cuba che esisteva solo nelle teste idealizzate di chi non doveva
subirla.
Non
capiamo perché il Ministro Bianchi rimproveri
i cubani di Miami che festeggiano, non perché il leader Massimo
sia malato, ma
perché il passaggio al leader Minimo, suo fratello, vuol dire
comunque una
speranza delle cose che finalmente cambiano e di un futuro diverso per
il Paese
che furono costretti ad abbandonare.
E non capiamo come l’Unione Europea possa pretendere di imporre ad
Israele un
cessate il fuoco immediato che sarebbe un errore fatale, una strategia
suicida,
esattamente contrario al loro scopo di annientare le capacità
militari degli
Hezbollah, visto che una pausa darebbe al nemico l’occasione di
riarmarsi e
riposizionarsi per ricominciare ad attaccare Israele.
Ma
soprattutto ciò che non capiamo è come coloro
che sono sempre stati dalla parte sbagliata, che hanno sempre
raccontato una
versione errata della realtà, una verità inventata per
motivi propagandistici
possano continuare a pontificare sulle prime pagine dei giornali e
regnare nei
palazzi del potere.
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