Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà, Edizione 220 del 16-10-2008

In scadenza il mandato dei nove giudici

Usa, Corte Suprema prerogativa presidenziale
 
di Sandra Giovanna Giacomazzi

Con i candidati presidenziali e l’elettorato americano tutti concentrati prima sull’Iraq e poi sull’economia, si è parlato poco di uno dei temi che normalmente dominano le campagne elettorali: quello delle nomine alla Corte Suprema, compito che spetta al presidente, anche se devono essere poi confermati dal Senato. Il mandato dei nove giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti non ha un tempo limite. Sono nomine a vita. Scade quando muoiono o quando vanno in pensione, ed è per questo motivo che gli attivisti di base di entrambi partiti si agitano tanto quando si prevede la possibilità di un posto libero nella Corte.
 
E questa volta, nei prossimi quattro anni si prevede la possibile uscita di scena di ben tre dei nove giudici, o per età o per condizioni di salute. Sono John Paul Stevens, che ha 88 anni ma pare essere in ottima salute, Ruth Bader Ginsburg, che ne ha 75 e non gode di buona salute, e David Souter che ne ha 69 e non nasconde il suo disprezzo per la vita nella capitale e la sua preferenza per la sua casa nel New Hampshire. Nessuno dei tre ha mai dato indicazioni di un’imminente rinuncia. Però tutti e tre sono di tendenza Liberal e gli attivisti di entrambi i partiti sono preoccupati per le conseguenze eventuali.
 
Per come stanno le cose adesso, la corte è piuttosto bilanciata tra giudici Liberal e Conservatori. Le decisioni spesso finiscono 5 a 4, dando poca soddisfazione ai più ideologizzati. Se dovesse vincere Barack Obama e se dovesse toccargli di rimpiazzarli, gli equilibri rimarrebbero come sono. Ma se dovesse vincere John McCain, le posizioni ideologiche della Corte potrebbero diventare molto più conservatrici. Proprio in questi giorni stanno andando in onda gli spot televisivi degli attivisti di entrambi i partiti, che informano l’elettorato dell’importanza di questa prerogativa presidenziale e l’effetto che la Corte può avere sugli argomenti sociali che riguardano tutti.
 
Tuttavia la loro agitazione, per quanto sia sempre rumorosa, raramente riesce ad avere la stessa risonanza fra l’elettorato medio che dimostra sempre più interesse per argomenti che riguardano l’economia, la sanità e l’istruzione. Sarà anche perché storicamente i giudici della Corte si sono sempre dimostrati molto meno politicizzati di quanto gli attivisti ci farebbero pensare. Non sono pochi i casi in cui giudici conservatori hanno aderito ad una sentenza considerata Liberal e viceversa, dimostrando che la loro capacità di giudicare va al di sopra delle loro convinzioni personali.
 


Editors interested in subscribing to this syndicated column may request information by sending an e-mail to:

giogia@giogia.com                             Ritornare alla lista