Italian Perspectives 
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

Diario Extracomunitario / Oooooh, she’s got cooties!  (L'Opinione, 22 maggio 2003)

Più che nelle aule coi miei studenti, era coi miei colleghi nei corridoi e nella sala degli insegnanti che percepivo un’aria pesantissima appena è scoppiata la guerra. Facevano delle battutacce per le quali non so cosa si aspettassero da me, ma quando io rispondevo a tono, se la prendevano perché io me la prendevo! Così quando è arrivata una collega canadese puntandomi il dito dicendo, “Oooooo, she’s the American. She’s got cooties,” per alcuni momenti sono rimasta mortalmente colpita. Non avevo sentito quest’espressione da quando facevo la scuola elementare. Dire “cooties” è come dire “pidocchi” nel gergo infantile, e dire che qualcuno ha cooties è una manifestazione di quel modo crudele con il quale i bambini prendono di mira e isolano un compagno di classe. Dicendo così, la mia collega aveva intuito e captato con tre parole come io mi sentivo in quella scuola.

Non avevo mai parlato di politica con lei e quindi non avevo idea della sua posizione sulla guerra. Mi sembrava, però, che sarebbe stata troppo grossa se sparava una cosa simile proprio per ferire. Ma dato che di cose grosse molti dei miei colleghi ne stavano sparando tante nella mia direzione, sono rimasta per qualche attimo nel panico e nel dubbio. Poi, lei mi ha chiesto se si conosceva quest’espressione “cooties” negli States o se era solo un modo di dire canadese, e io le ho detto che sì, la conoscevo, ma che non la sentivo dalle elementari. Poi, mi ha detto, “Non so neanche come la pensi riguardo a questa guerra, non ci siamo mai parlate.” E quando io le ho detto che mi sembrava necessaria considerando con chi abbiamo a che fare e i pericoli che sta correndo l’Occidente dopo l’11 settembre, non solo mi ha confermato che anche lei la pensava così, ma mi ha detto che era rimasta molto delusa dal suo governo perché aveva deciso di non appoggiare gli Stati Uniti.

Sciolta così la tensione, quando camminando per il corridoio abbiamo incontrato una collega inglese, quella canadese l’ha salutato dicendo, “Ecco le due alleate”! E già, di colleghi britannici nella mia scuola ce ne sono tre o quattro, ma nessuno dice niente a loro. Non è di moda essere anti-inglesi. Ma risparmiando loro la “colpa” della guerra, non gli fanno un favore ma un torto d’omissione, perché sono anche i loro ragazzi che hanno rischiato e che continuano a rischiare la vita per la libertà degli iracheni e di tutti noi.



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