L’Opinione
delle Libertà, Edizione 108 del
31-05-2008
ELEZIONI USA
La corsa in solitaria del candidato
libertario
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Non se ne sente parlare molto, ma oltre al senatore dell’Arizona, John McCain, la senatrice del New York, Hillary Clinton e il senatore dell’Illinois, Barack Obama, ci sono altri candidati in concorso per la Casa Bianca. Il weekend scorso quattordici candidati si sono contesi la nomination del Partito Libertario alla loro convention a Denver, Colorado. I Libertari sono la cosa più vicina che c’è ad un terzo partito fattibile negli Stati Uniti. Fattibile, per modo di dire: durante le ultime elezioni presidenziali il loro candidato ha preso un terzo dell’1% del voto totale. Le anime dentro il partito sono tanti, ognuno definisce a modo suo l’essere libertario. L’unico comune denominatore è il desiderio di uno Stato piccolo che interferisce il meno possibile negli affari privati dei cittadini. Quest’anno i due candidati più conosciuti provengono, appunto, dai lati diametralmente opposti del panorama politico del partito: il conservatore ed ex rappresentante della Georgia, Bob Barr, e il liberal, l’ex senatore del Alaska, Mike Gravel. Gli altri dodici candidati sono meno conosciuti, ma forse più coloriti, fra cui un professore di fisica, un divo della tv, e uno che ha un sito per scommesse sportive on-line. Nel partito Libertario non si parla proprio di tempo e denaro perso con le primarie. Gli analisti dicono che Barr potrebbe produrre un effetto “Ralph Nader” nelle elezioni presidenziali, ma non è chiaro in quale direzione. Come ex Repubblicano potrebbe rubare qualche voto dal Senatore John McCain, ma con la sua politica ferocemente anti-guerra potrebbe anche arraffare i voti di entrambi i contendenti democratici.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista