Italian Perspectives                                         
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

Congresso Radicale:  Un mese dopo

Reduce non solo dal Congresso Radicale, ma da un mese di discussioni virtuali sul Forum del loro sito Internet, offro quest’aggiornamento alle mie osservazioni precedentemente pubblicate su Libero.

A giudicare dalle discussioni, sono colpevole di aver portato un po’ di scompiglio fra i compagni roditori radicali.  Durante questo viaggio/soggiorno telematico sono stata accusata d’essere ignorante e superficiale, osannata come “manna nel deserto” e lodata per aver individuato il “nocciolo” dei problemi radicali. Di tutti commenti che mi sono arrivati nel forum, per e-mail o per telefono, sono arrivati solo due dai vertici del partito.  Uno: “Grandiosa, grandiosa davvero.”  L’altro:  “..azzo sei appena arrivata ed hai capito tutto...”

Nel frattempo ho anche letto un libro di Mauro Suttora, giornalista RCS: “Pannella e Bonino Spa” (Ed. Kaos).  Oltre ad essere molto ben documentata è stato un modo divertentissimo per ripassare la storia d’Italia.  Però dopo la sua lettura devo ammettere che aveva ragione la mia più feroce critica, la quale mi ha giustamente accusata di aver scoperta l’acqua calda!   Infatti quello che la sottoscritta ha notato coi suoi occhi sbalorditi a quel Congresso:  le beghe interne, l’essere più un culto che un partito, il centralismo, la mancanza di democrazia interna, le contraddizioni fra i fini voluti ed i fini ottenuti, il soggiogamento alla personalità di Pannella, non è altro che normale amministrazione, storia ciclica e riciclata del partito radicale.  Insomma niente di nuovo sotto il sole.  Cose già notate mille volte da penne ben più prestigiose della mia.

Perché allora tanto scompiglio per i commenti di una che ha solo detto ciò che tanti hanno detto prima di lei?

Pannella è come certi capitani d’azienda circondati da squadri di “protettori” che cantano solo quello che loro vogliono sentire.  Il problema è che un buon leader è uno che sa delegare e che sa circondarsi di gente che ha il coraggio di dire le cose come sono.  Pannella possiede la genialità di certi imprenditori che sfornano mille idee che non approfondiscono, e meno male, anche perché hanno intorno a se gente che decide quali idee sono realizzabili e quali no, o quali rispondono alla regola del rapporto costo/ beneficio. Il leader Radicale è un supergeneratore di tematiche, ma non permette a chi gli sta intorno di bocciarle o di dare loro una scala prioritaria.  Pannella si diverte troppo per fare il leader.  Sono gli altri, semmai, che devono preoccuparsi di seguire.

A volte penso che i radicali sono interessati ai principi in quanto tali, fini a se stessi.  Temo che se una radicale fosse stata la vera madre davanti a Re Salomone, avrebbe permesso che suo figlio fosse diviso in due con un colpo di spada piuttosto che darlo all’altra.

Pannella è il più grande maestro delle contraddizioni.  È simultaneamente monotematico e multi-tematico.  È un controsenso?  Eh beh!  Che cosa c’è nella storia Pannelliana e Radicale che non lo sia. Amici che diventano nemici e poi di nuovo amici, in un infinito ballo di convenienze sempre legate alle tematiche del momento.  Tradimenti a catena, peggio, (o meglio, secondo i punti di vista), di qualunque telenovela.  È transpartitico e trasformista come nessun altro, e ne ha di concorrenza nel mondo politico italiano!  Ma è anche stato il primo a proporre il bipolarismo, e molto prima che sia diventato di moda.  È federalista, ma centralista.  E fa violenza al proprio corpo in nome della nonviolenza.  Insomma è tutto ed il contrario di tutto, forever, with love, firmato Pannella. Per sempre, e con amore, sì, ma anche momentaneamente e con astio, giustappunto per non contraddire le contraddizioni!

È profondamente laico, ma con tutte le contraddizioni contenuti nel cristianesimo, dove tutte le cose possibili sono ammesse.  Il Dio che è uno solo, ma con la Trinità sono Tre; dove Dio è Dio, ma è anche Uomo.  Pannella, come il cristianesimo, ammette tutto ed il contrario di tutto.  Anche il partito ha la sua trinità nella presidenza.  Eh, sì, ne hanno tre di presidenti!  Però sono solo surrogati;  Padre, Figlio, e Spirito Santo del radicalismo italiano rimangano sempre:  Pannella, Pannella, e nessun altro che Pannella.

L’amore dei seguaci più accaniti è un po’ come l’amore che si ha da innamorati, quando non vedi i difetti dell’amato, o meglio quando riesci a trasformare ogni suo difetto in un pregio.  O forse è come un cane per il suo padrone, a giudicare da un simpaticissimo dissidente che mi ha incoraggiato a desistere nel cercare di convincere una seguacissima che 13 seggi vacanti della camera non valevano la vita di Pannella.  Mi ha spiegato che era come cercare di convincere un rottweiller a lasciarmi entrare, poiché il suo padrone sta male, ma che non mi avrebbe mai lasciato avvicinarmi, nemmeno dopo morto.

Avevo scritto che i Radicali senza Panella non sono, ma con Pannella non fanno.  Beh, credo che la prima parte sia giusta.  Invece i Radicali con Pannella fanno, e come!  Fanno un bel casino!  Però mi rendo conto che pretendere che facciano in qualunque altro modo sarebbe come chiedere ai radicali di non essere radicali e Pannella di non essere Pannella.  Quindi, finalmente, taccio.  Forse.


Editors interested in subscribing to this syndicated column may request information by sending an e-mail to:

giogia@giogia.com                                                    Ritornare alla lista