Le barzellette su Prodi, L’Opinione delle Libertà, 17 novembre 2005
Sta girando per e-mail e sui blog una bellissima barzelletta che prende di mira il candidato della sinistra per il premiership. Dopo anni di SMS e barzellette a go-go che colpivano solo ed esclusivamente il premier in carica, finalmente un po’ di umorismo che trafigge l’altro bersaglio. La barzelletta si chiama “Confessione” e racconta la storia di Prodi costretto a scavalcare la gerarchia della chiesa cercando di farsi confessare. Parte con il suo incontro col parroco. “Signor parroco, mi vorrei confessare. Certo figliolo, qual è il tuo nome? Romano Prodi, padre. Ah, l’ex Presidente del Consiglio! Ascolta figliolo, mi pare proprio che il tuo caso richieda una competenza superiore. Credo sia meglio che tu ti rechi dal Vescovo. Così Prodi si presenta dal Vescovo chiedendogli se lo poteva confessare. Certo figliolo, come ti chiami? Romano Prodi? Ex Presidente del Consiglio? No caro mio, non ti posso confessare perché il tuo è un caso difficile, è meglio che tu vada in Vaticano.
Prodi va dal Papa. Sua Santità, voglio confessarmi. Caro figlio mio, come ti chiami? Romano Prodi. Ahi, ahi, ahi, figliolo, il tuo caso è molto difficile anche per me. Guarda, qui, sul lato del Vaticano, c’è una piccola cappella. Al suo interno troverai una croce. Il Signore ti potrà ascoltare. Prodi, giunto nella cappella, si rivolge al crocifisso: Signore, voglio confessarmi. Certo figlio mio, come ti chiami? Romano Prodi. Chi? L’ex Presidente del Consiglio? L’ex Presidente dell’Iri? L’ex Presidente della Comunità Europea? L’amico dei comunisti? Quello che ci ha spremuti per entrare nell’Europa con l’Eurotax? Quello che ha fatto una voragine nei conti dell’Iri insabbiando tutto? Quello che ha permesso alla Cina di invadere i mercati europei di materie prime a basso costo senza controllo? Ehm... sì, sono proprio io, Signore. Figlio mio, non hai bisogno di confessarti, tu devi solamente ringraziare. Ringraziare? E chi Signore? Ma i Romani, per avermi inchiodato qui. Altrimenti scendevo e ti facevo un culo così.” Nota: Tutti gli italiani che riceveranno questa comunicazione hanno l’obbligo civile e morale di inviarla ad almeno dieci amici. Non sia mai che qualcuno lo voti di nuovo!” Fine della barzelletta, ma non dei peccati.
Sarebbero da elencare le cause di quella voragine nei conti dell’Iri, da quelli più conosciuti come il regalo dell’Alfa Romeo alla Fiat e il tentativo di vendita della Sme a De Benedetti sempre a prezzi da omaggio, a quelli meno conosciuti. Ma forse i suoi peccati più (in)confessabili sono quelli che riguardano le sue pretese capacità da chiromante come quella che gli fa prevedere le periferie italiane in fiamme come le banlieues di Parigi (incitamento al delitto?) o quella che lo ha permesso di fornire in seduta spiritica l’indirizzo dove le Brigate rosse tenevano nascosto Aldo Moro (complicità nel delitto?). Forse è proprio quest’ultimo il peccato che il Professore avrebbe voluto confessare.
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