Italian Perspectives                                                              
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

L’Opinione delle Libertà, Edizione 168 del 09-08-2008

Chi sarà vicepresidente?

Usa, caccia al secondo uomo

di Sandra Giovanna Giacomazzi

A meno di un mese dalla Convention del partito Democratico, Barack Obama non dice una parola a proposito della sua possibile scelta di candidato alla vicepresidenza  .  Anzi, dice che la prossima volta che avrà qualcosa da dire sarà per presentare la sua scelta.  Ma questo non impedisce i “pundits” a Washington di scaldarsi con mille speculazioni.  Per il momento le chiacchiere girano intorno a quattro persone, nessuno dei quali ammetterà di considerarsi il prescelto.  Il primo è Tim Kaine, il governatore della Virginia, che sta aiutando la campagna di Obama già da un anno e mezzo.  A proposito del gossip intorno al suo nome, Kaine dice: “Sono lusingato.  Mia mamma è molto contenta.  Mi chiama ogni volta che sente qualcosa.  Ma questa è una decisione che deve prendere la campagna.”  Un secondo nome è Joe Biden, presidente della Commissione Relazioni Esteri per il Senato, percepito come una buona scelta per colmare le lacune del giovane senatore dell’Illinois in politica estera.  Poi ci sarebbe Evan Bayh, senatore dell’Indiana, un forte sostenitore di Hillary Clinton, che potrebbe essere utile per trascinare i fans della senatrice di New York.  Ci sarebbe ancora il governatore del Kansas, Kathleen Sebelius, una scelta che potrebbe migliorare o peggiorare la situazione per Obama.  Migliorare, perché sarebbe una candidata donna.  Peggiorare perché potrebbe incendiare l’animosità dei tifosi di Hillary, scegliendo una donna che non sia lei.  Per quanto riguarda la candidatura di Hillary, se ne parla molto di meno.

La lista per possibili vice per John McCain è molto più lunga.  Il governatore Charlie Crist della Florida, importante stato di battaglia, Bobby Jindal, della Lousiana, il più giovane governatore degli Stati Uniti, e Mark Sanford, del South Carolina.  Tutti e tre conservatori dal punto di vista delle politiche sociali.  Anche Tim Pawlenty avrebbe le stesse caratteristiche, viene dallo “swing” state del Minnesota e ha dei rapporti con la base evangelica.  Però, McCain sta puntando tutta la propria candidatura sulla sicurezza nazionale, quindi potrebbe optare per un vice con forte credenziali economiche.  Come l’ex governatore della Massachusetts e amministratore di innumerevoli aziende, Mitt Romney, che viene dal Michigan, un altro “swing” state molto importante e dove lui è molto popolare.  Oppure l’ex amministratrice della Hewlard Packard, Carly Fiorina, o l’ex deputato, Bob Portman.  L’unica cosa che McCain ha da dire per il momento è che non c’è bisogno di scegliere qualcuno in base all’amicizia, ma in base alle politiche condivise:  i principi, i valori, le priorità.

Ma il fatto è che nessun presidente è mai stato eletto in base a chi aveva scelto come vice.  C’è un famoso detto del vice di Franklin D. Roosevelt:  “Il mio lavoro non vale un secchio pieno di sputo riscaldato!”  Tutti ricordano il detto; nessuno si ricorda il nome del vice.  Tuttavia, sembra che l’inesperienza di Obama e l’età di McCain fanno sì che la scelta del vice conti di più per la campagna del 2008.     


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