Italian Perspectives                                                
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

Caso Radicali  (L’Opinione della Libertà, 5 novembre 2003)

“E’ stato un congresso vero e sarà un congresso vero fino alla fine.”  Così ha finito il suo discorso Benedetto della Vedova intervenendo nel pomeriggio dell’ultimo giorno del Congresso Radicale svoltosi all’Hotel Ergife a Roma durante lo scorso weekend.  Così ha dato risposta a tutti quelli della vecchia gerarchia, fra cui Marco Pannella e Angiolo Bandinelli, che avrebbero preferito che ritirasse la sua candidatura alla segreteria.  Con quelle parole ha detto il suo “No, io non mi ritiro”.  Ma con quelle parole ha anche pronunciato un’incriminazione al congresso dell’anno scorso che appunto non è stato un congresso ma un circo, sequestrato dall’ennesimo digiuno ad oltranza e la pipi performance di Pannella.  Infatti, lo scontro che ha avuto luogo al Congresso di quest’anno avrebbe dovuto aver luogo già l’anno scorso. 

L’anno scorso avevo fatto i quattro giorni di Congresso a Roma, un tuffo, oltre che nella magnifica piscina del Hotel Ergife per il quale mi dicono che Pannella mi abbia anche sgridato nella sua conversazione domenicale con il direttore di Radio Radicale, anche nella demenzialità e genialità che solo i radicali sanno far congiungere. Quest’anno non ho potuto andare, ma l’ho seguito da casa via radio e via Internet.  Anzi, forse l’ho potuto seguire meglio di molti congressisti, senza le distrazioni dei teatrini laterali e dei congressi di corridoio.   Vi assicuro che anche attraverso lo schermo del mio computer, le scintille ed i malumori si percepivano lo stesso. 

Come ha espresso Arturo Diaconale nel suo intervento, anche io apprezzo le qualità di entrambe i candidati.  Daniele Capezzone per le sue capacità oratorie e per la sua abilità di gestire una sovrabbondanza di tematiche impressionante, più da think tankista che da politico.  Benedetto della Vedova per le sue conoscenze economiche, le sue argomentazioni di natura molto più pratica e per la sua volontà di cambiare le cose da dentro le istituzioni, non dal di fuori criticandole. 

E come Diaconale credo che debbano scendere dall’Aventino e che fosse un bene aprire il dialogo e promuovere nella pratica, dentro il partito, la democrazia che viene tanto predicata.  E ancora come lui, non apprezzo quando i radicali pretendono di far parte del governo senza passare prima per le urne.

Non mi veniva, però, da dire nella mia lingua “May the best man win”, che vinca l’uomo migliore, poiché credo che siano ambedue “the best of many good men and women”, i migliori dei molti ottimi uomini e donne che fanno parte dei radicali italiani.  Ma, poi mi chiedo, se i radicali sono stati capaci di inventarsi tre presidenti in concomitanza, chi sa perché non possono inventarsi due segretari?!

In ogni modo non so quanto l’OSCE valuterebbe democratiche le elezioni dei congressisti radicali, dato che prima delle elezioni vere e proprie, quelle a voto segreto per i candidati, c’è stata una specie di prova d’orchestra in cui si sono votate le mozioni dei due candidati per alzata di mano e quindi tutti potevano vedere chi aveva intenzione di votare chi.  A me non è sembrato, per esempio, che le alzate di mano in favore di Benedetto corrispondessero all’applauso che aveva ricevuto durante il suo coraggioso e difficile discorso.  Coraggioso perché Pannella si era già speso in tre lunghi ed offensivi discorsi, opponendosi alla sua candidatura, e difficile perché Pannella continuava a cercare di interromperlo e a dialogare con lui mentre parlava.  Già, e dopo los pronunciamentos di Papa Padrone Pannella, solo i radicali con le palle oserebbero alzare la mano in favore del figlio prodigo.  Pronunciamentos che Roberto Cicciomessere ha osato chiamare con i loro nomi:  dileggi, anatemi e ricatti.  Anche Emma non ha cercato eufemismi quando ha detto “Marco, non mi sei piaciuto”, annunciando poi il proseguimento del suo auto-esilio.

Lo slogan di questo congresso, prendendo spunto da un loro studio approfondito su quello che i radicali chiamano “Caso Italia”, è stato “Liberare e legalizzare l’Italia”.  Ma chi libererà e legalizzerà i radicali? 



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