Ragion Politica, 2 dicembre 2005
Broken Promises, Le promesse non mantenute dall'ONU
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Negli Stati Uniti è uscito un nuovo film sulle Nazioni Unite e non si tratta del blockbuster thriller The Interpreter con Sean Penn e Nicole Kidman. Questo nuovo film, che esce in un numero limitato e selettivo di sale cinematografiche negli Stati Uniti, è un documentario low budget prodotto da Citizens United. Il film s'intitola Broken Promises, promesse non mantenute, e racconta come le Nazioni Unite abbiano mancato clamorosamente i loro obbiettivi principali fin dall'inizio.
«L'idea era che i Paesi più importanti usciti vittoriosi
dalla Seconda Guerra Mondiale avrebbero continuato a collaborare dopo la
guerra per mantenere la pace attraverso le Nazioni Unite. Questo, però,
risultò una mancanza di lungimiranza sbalorditiva, perché,
l'Unione Sovietica anziché adoperarsi come un bravo poliziotto,
era proprio lei il più importante criminale sulla scena mondiale
del dopoguerra!». E' con queste parole di Joshua Muravchik dell'American
Enterprise Institute che il film esordisce.
Solo un anno dopo la fondazione delle Nazioni Unite, Winston Churchill
fece un ammonimento. Vide l'Unione Sovietica e la sua aggressività
nell'Europa dell'Est come una minaccia. Si chiese come un ente mondiale
dedicato alla pace potesse includere uno Stato totalitario come membro
del Consiglio di Sicurezza. «Dobbiamo assicurarci che il suo lavoro
sia fruttuoso, che sia una realtà e non una frode, che sia un vero
tempio della pace [...] che non sia l'arena di commando per la Torre di
Babele.»
Il film denuncia come l'organizzazione sia diventata proprio la Torre di Babele temuta da Churchill e come abbia fallito alla grande sia con le sue omissioni, come nel Ruanda, sia con i suoi interventi come a Srebrenica. Ci sono testimonianze di persone che hanno lavorato sul campo in varie missioni dell'Onu che si lamentano di quanto fossero mal preparate e addestrate per i compiti a loro assegnati. Uno studente di legge con nessuna conoscenza di operazioni militari si è trovato a dover gestire scambi di prigionieri di guerra. Un'altra persona che faceva la segretaria in Cambogia, specializzata nelle logistiche delle elezioni, ha dovuto gestire delle operazioni d'intelligence.
In un dibattito fra David Bossie, co-produttore del film e presidente di Citizens United e David Schorr della Stanley Foundation, il secondo sosteneva che le Nazioni Unite fossero riformabili, mentre il primo affermava che sarebbe meglio cominciare daccapo con un'organizzazione gestita esclusivamente dalle democrazie. Schorr dice che i misfatti delle Nazioni Unite non sono colpa dell'organizzazione, ma dei Paesi membri e dei loro governi. Ma il suo punto confermava quello di Bossie: «Appunto, ci sono troppi Paesi membri che non sono democrazie». Secondo Schorr, le Nazioni Unite esistono da 60 anni e «non possiamo disfarcene e cominciare da capo». Bossie sostiene il contrario, «se abbiamo sbagliato per 60 anni, non vuol dire che siamo obbligati a sbagliare per altri 60!».
Suggeriremo a Citizens United di darsi da fare in fretta per tradurre e doppiare il loro lavoro e renderlo disponibile per il mercato europeo. Magari potrebbe riparare qualche danno fatto da opere come quella di Michael Moore.
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