L’Opinione delle Libertà, Edizione 278 del 09-12-2005
I cittadini americani contribuiscono per il 22% alle spese del Palazzo di vetro
L’ambizioso progetto di Bolton, rendere trasparente il bilancio Onu
di Sandra Giovanna Giacomazzi
La settimana scorsa Kofi Annan ha rifiutato la proposta degli Stati Uniti di un budget ad interim per le Nazioni Unite in attesa di una soluzione allo stallo sulle riforme amministrative dell’organizzazione mondiale. L’ambasciatore John Bolton aveva rifiutato l’approvazione del budget per il prossimo biennio, scegliendo una soluzione temporanea. Sebbene Bolton sia stato molto attento a non legare formalmente la questione delle riforme a quella del budget, ha indicato che, se si dovesse decidere il budget intero adesso, molte riforme essenziali sarebbero congelate. “The tightening of the purse-strings” o “la stretta di cinghia” sta facendo tremare il Palazzo di Vetro. Secondo Warren Sach, il funzionario numero uno nel dipartimento, l’Onu potrebbe essere costretta a pagare stipendi ridotti,in ritardo o a prendere in prestito soldi destinati alle missioni di pace. Molti lamentano che nella diplomazia muscolare di John Bolton ci sia più muscolo che diplomazia. Ma nessuno può confutare che l’agenda delle riforme americana non sia corretta.
Nessuno può negare che la struttura dell’Onu sia irrazionale e inefficiente. Nessuno può discutere sul fatto che l’aver affidato a Paesi come Cuba, Libia e Sudan un seggio nella commissione dei diritti umani abbia sminuito l’autorità morale dell’Onu. La prima volta che ho preparato una lezione sulle Nazioni Unite, mi sono recata sul sito web per vedere se riuscivo a trovare del materiale autentico in inglese da consegnare ai miei studenti. Sono capitata su una tabella bellissima che riassumeva in una pagina sola l’intera organizzazione con tutte le agenzie annesse e connesse. Appena l’ho vista, l’ho messa in stampa contenta di aver trovato qualcosa di così utile con un semplice paio di clic del mouse (http: //www.un.org/aboutun/chart.html). Però, appena preso il foglio in mano ho avuto una reazione del tutto diversa. Sola nel mio appartamento ad alta voce mi sono scappate le seguenti parole: “Oh my God! All of those bureaucratic mouths to feed!”. Ovvero: “Oh Dio! Tutte quelle bocche burocratiche da sfamare!”. Il 22 percento del peso economico per sfamare quelle bocche amministrative e il 28 percento del costo delle missioni di pace cadono sulle spalle dello Zio Sam, ossia del contribuente americano. Quindi non dovrebbe essere una sorpresa per nessuno che John Bolton, in nome dei cittadini americani, pretenda un po’ di “accountability”, cioè che si dia conto dei soldi “dovuti”, con riforme ritenute imprescindibili.
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