L’Opinione delle Libertà, Edizione 85 del 18-04-2007
News Analysis
Bianco, Rosso e
Telecom
E così gli
americani si ritirano. Peccato. Non per l’AT&T, naturalmente, ma
per
l’Italia. Nell’affrontare l’affare Telecom, l’Italia si trova davanti
alle sue
solite tre psicosi. Un’avversione nevrotica per il mercato duro e puro,
quello
che impone la sopravvivenza del migliore che significa: chi è
capace di offrire
prodotti e servizi migliori ai prezzi più convenienti per i
consumatori e gli
utenti. Una fobia patologica verso Silvio Berlusconi in quanto
appartenente ad
una categoria di persone che non sa apprezzare: il “self-made man” che
con il
proprio merito, con la propria intelligenza e con la
disponibilità ad assumersi
i rischi dove altri non osano, si tira su le maniche e produce.
Preferendo
piuttosto i principini che nascono col cucchiaino d’argento in bocca o
che
sposano le principesse; e che pur pretendendo di fare i capitalisti
senza capitali,
fanno bella figura nei salotti “buoni”e votano dalla parte “giusta”.
Infine un
patriottismo mal piazzato che si manifesta solo con i mondiali di
calcio e con
le proposte di vendita di aziende considerate “di bandiera” a
società
straniere. Insomma per l’affare Telecom i partiti in causa continuano a
“concertare”, termine squisitamente italiano e che non c’entra niente
con le
regole del mercato, per decidere di quale linfa far vivere l’azienda di
telecomunicazioni italiana. Ma di quella a stelle e strisce adesso
dovranno
fare a meno.
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