Italian
Perspectives
by Sandra Giovanna
Giacomazzi
L’Opinione delle
Libertà, Edizione 117 del 05-06-2007
Ritratto dell’“ibrido” Robert
Zoellick: vero internazionalista leale a Bush
Banca Mondiale,
arriva l’uomo nuovo
Il
tramonto della
candidatura di Mark Malloch Brown, l’uomo che più ha fatto per
minimizzare il
livello di corruzione all’Onu
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Un mese fa
davanti ad una grande folla in un’aula della sede della Banca Mondiale,
Mark
Malloch Brown dichiarò: “La missione della Banca è a
rischio finché Paul
Wolfowitz rimane il suo presidente”. Si diceva che Brown ambisse al
posto di
Wolfowitz, proposta improbabile visto che dagli anni quaranta un tacito
accordo
informale fra i membri della Banca lascia la nomina alla discrezione
degli
Stati Uniti, come la nomina per il presidente del Fondo Monetario
Internazionale è lasciata agli europei. George W. Bush non lo
avrebbe mai
scelto. Non dimentichiamo che fino all’anno scorso Malloch Brown
lavorava
accanto a Kofi Annan. Era lui la persona responsabile di aver liquidato
lo
scandalo Oil for Food da 100 miliardi di dollari come un piccolo
incidente di
percorso. Sarebbe stato paradossale se l’uomo che fece di più
per minimizzare
la corruzione all’Onu fosse assunto per cacciare la corruzione dalla
Banca
Mondiale!
Infatti il
Presidente Bush scelse un altro: Robert Zoellick. Zoellick è un
insider Repubblicano di lunga data. Era negli alti ranghi del
Dipartimento del
Tesoro durante l’amministrazione di Ronald Reagan e nel Dipartimento di
Stato
del Presidente Bush padre. Se si chiede alla gente che lo conosce si
sente
ripetere sempre le stesse parole positive: intelligente, addirittura
brillante,
ma anche negative: duro, anche arrogante.
Secondo
Grant
Aldonas del Center for Strategic and International Studies, Zoellick
“può
essere molto schietto” ed è anche molto esigente, e ciò
può essere difficile da
accettare per persone diventate un po’ troppo comode con le solite
procedure
operative. Aldonas conosce il modus operandi di Zoellick perché
lavorarono
insieme dal 2001 al 2005, quando Zoellick fu Rappresentante del
Commercio e
Aldonas dirigeva il Dipartimento di Commercio.
Secondo
Aldonas
le capacità di Zoellick si dimostrarono al loro meglio durante i
negoziati
dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) a Doha, in Qatar. Era
subito
dopo gli incontri disastrosi di Seattle e Cancun e solo due mesi dopo
l’undici
settembre. Aveva un compito difficile.
Doveva persuadere l’India che era nel suo interesse partecipare al
processo,
gli europei a cedere di più nel campo agricolo, i giapponesi a
smettere di
nascondersi dietro gli altri e pagare un acconto e il Congresso
americano che
si poteva fidare di lui a rappresentare gli interessi degli Stati
Uniti. E’
riuscito a convincere tutti con la sua schiettezza e onestà,
dimostrando di
essere leale alla visione di Bush, ma capace a conquistare la fiducia
dei
leader in Europa, in Africa, in Asia e in Sud America.
Secondo
Seto
Bagdoyan del Gruppo Eurasia, Zoellick non è un tipico insider di
Bush.
Politicamente è un “internazionalista degli istituzioni”,
convinto della
necessità di impegnarsi con il resto del mondo in maniera
collegiale. Molto
diverso dall’approccio del neoconservatore Wolfowitz, generalmente
promotore di
una politica estera più unilaterale. Per Bagdoyan Zoellick
è un raro ibrido: ha
la fiducia del circolo ristretto dell’amministrazione Bush e anche dei
capitali
mondiali. Nominato dal Presidente Bush la settimana scorsa,
tecnicamente
Zoellick è in attesa dell’approvazione della sua nomina dal
consiglio di
amministrazione della Banca Mondiale, ma si dà per scontato che
sarà confermata
e che inizierà il suo incarico a fine mese.
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