Ciò che dovrebbe fare una banca centrale (Ragion Politica, 11 agosto 2005)
L’Economist ha fatto la battuta sul mandato a vita del governatore della Banca d’Italia come quello del Papa. Già nel mese d’aprile il Wall Street Journal aveva alzato le sopracciglia per la stessa ragione e per i suoi arbitraggi poco neutri.
Ma lasciamo stare, per il momento, le polemiche che riguardano il governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, l’opportunità o meno delle sue dimissioni, la convenienza di fare o non fare riforme all’interno della banca centrale italiana che comporterebbero, fra l’altro, ad un mandato limitato per il suo presidente. Esaminiamo, invece, le definizioni e le funzioni di una banca centrale e diamo un’occhiata al governatore più famoso del mondo, quello dalle cui labbra pende l’intero sistema economica mondiale: Alan Greenspan.
Una banca centrale è un’entità responsabile per la politica monetaria del suo Paese. La sua responsabilità principale è il mantenimento della stabilità della moneta nazionale e dell’offerta di denaro. Ma oltre a questi, i suoi compiti ancora più attivi includono il controllo dei tassi di interesse per i prestiti e il fungere da creditore di ultima istanza per il settore bancario durante periodi di crisi finanziarie. Possiede anche un potere di sorveglianza per assicurare che le banche e altre istituzioni finanziarie non si comportino in modo spericolato o fraudolento.
Nella maggior parte dei Paesi la banca centrale appartiene allo Stato e ha un certo grado di autonomia che permette al governo di intervenire nella politica monetaria. Una “banca centrale indipendente” è una che opera con regole designate per evitare l’influenza politica. Così sono, per esempio, la Bank of England e la U.S. Federal Reserve.
Nonostante l’indipendenza della banca centrale americana, i sette membri della Board of Governors (Consiglio di Governatori) sono nominati dal Presidente degli Stati Uniti e confermati dal Senato. Il loro mandato dura quattordici anni. Anche il Chairman e Vice Chairman sono nominati dal Presidente fra i membri del consiglio e confermati dal Senato, ma il loro mandato dura solo quattro anni, anche se il mandato è rinnovabile. Il fatto che l’attuale governatore, Alan Greenspan, fu designato da Reagan, Bush padre, Clinton e Bush figlio, la dice lunga sulla sua professionalità e indipendenza dalla politica.
La saggezza di azione di Alan Greenspan e la sua proverbiale riservatezza hanno fatto guadagnare al governatore americano premi internazionali troppo numerosi per nominarli, lauree ad honorem da altrettanto innumerevoli università e il rispetto della comunità economica mondiale. La sua serietà e capacità di tenersi lontano dalla ribalta politica e mediatica sono qualità meritevoli di imitazione.
Tornando al caso italiano, le manchevolezze riguardo alle competenze sono più che evidenti, idem l’anacronismo di un mandato senza termine.
Finché è la rivista “L’Economist” a sparlare del caso Italia, pazienza. Ma quando è il Wall Street Journal a storcere il naso, il tempo di agire urge.
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