Lezione di autogestione: Diario di un'insegnante (L'Opinione, 25 gennaio 2003)
Ancora non si sono visti i personaggi di livello nazionale che avevo invitato ad intervenire alle conferenze alla scuola dove io insegno. In ogni modo, credo di poter dire che il mio scopo, di assicurare che i ragazzi non sentissero solo voci di parte durante le numerose conferenze della loro autogestione, è stato raggiunto.
Il tema della prima conferenza del primo giorno era “La scuola che cambia.” I ragazzi avevano invitato Chiara Acciarini (DS), senatrice, Mario Contu (RC), consigliere regionale, e Giampiero Leo (FI), assessore alla cultura della Regione Piemonte. Leo non poteva venire. Io invece avevo invitato Giovanni Cominelli, membro del Gruppo sulla Valutazione e del comitato tecnico scientifico dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione (INVALSI), e consulente del Ministro Moratti.
I rappresentati politici di sinistra hanno fatto del loro meglio per fare ciò che loro fanno meglio: buttare fango sul governo. Si sono comportati secondo il loro solito copione: sparlando del centro destra, insultando il primo ministro, insinuando misfatti che secondo me andavano al di là di roba da querela. Coi soliti toni rabbiosi, ai quali ammetto di avere un’allergia epidermica. Ma escono tutti così, proprio dall’utero, quelli della sinistra, senza un sorriso sulla bocca, agitati e arrabbiati dalla nascita? Urlando accuse come se soffrissero sempre di mal di pancia? Evidentemente anche Cominelli, trovava le loro accuse molto sopra le righe perché li ha ammoniti dicendo che lui non condivideva le accuse che loro avanzavano contro il governo. Però ha aggiunto che se loro fossero davvero convinti delle loro accuse, erano di una tale gravità che dovrebbero fare di tutto per far cadere questo governo, oppure dovevano tacere.
A quel punto hanno addirittura accusato Cominelli di essere un interlocutore poco credibile perché di parte! Lui ha precisato che non era del centro destra, che non aveva neanche votato per il centro destra, e che non occorre essere di parte per fare un lavoro tecnico da consulente. E aggiungo io, tanto di cappello al governo che sceglie i suoi consulenti non in base alle loro tessere, ma in base alle loro competenze.
I ragazzi hanno capito ciò che dovevano capire e sono stata molto orgogliosa di una studentessa che neanche è una delle mie. Ha preso il microfono, e ha chiesto lei scusa a Cominelli da parte del comitato dell’autogestione per le accuse scorrette che aveva subito dagli altri due relatori. E le domande che riguardavano la riforma scolastica le hanno fatte naturalmente a lui.
Una delle domande più belle proveniva da un mio studente. Sapendo che Cominelli si occupa tanto di valutazioni, ha chiesto quando mai si pensasse ad istituire un sistema per valutare i professori e le loro competenze. Era un studente che aveva fatto un soggiorno di scambio nel mio Paese (USA) per l’intero anno scolastico l’anno scorso. Avevo qualche sospetto che la domanda nascesse da questa sua esperienza. Dopo la conferenza gliel’ho chiesto e ci ha raccontato che mentre era negli Stati Uniti, una delle sue insegnanti è stata licenziata perché non competente. Gli era rimasto impresso.
Ogni anno nel mio Paese gli studenti hanno l’opportunità di esprimere in modo anonimo un giudizio sui contenuti, i metodi, e le capacità relazionali dei loro insegnanti. Non è fatto allo scopo di punire o per licenziare la gente. È utile anche per i docenti, per conoscere ed adeguarsi alle esigenze dei loro studenti. Cominelli ha detto che purtroppo nella categoria e nei sindacati c’è molta reticenza e resistenza alle valutazioni professionali, ma che se ne parla e si auspica più recettività nel futuro.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista