Diario di un professore / Autogestione: quando la lezione è “gettare fango su Israele” (L'Opinione, 29 gennaio 2003)
La prima conferenza della seconda giornata dell’autogestione si intitolava “Il conflitto medio-orientale”. I ragazzi hanno invitato Ernesto Olivero, presidente del Sermig, Beppe Scali, un partigiano della causa palestinese, e Maurizio Marrone, vice presidente provinciale di Azione Giovani. Io ho invitato Angelo Pezzana, fondatore dell’Associazione Italia-Israele di Torino, editorialista per il quotidiano Libero, e direttore della pubblicazione on-line www.informazionecorretta.com.
Purtroppo ha aperto il “dibattito” Olivero, con la scusa che doveva partire per prendere un aereo per il Brasile. Dico “purtroppo” perché ha monopolizzando metà della conferenza senza informare i ragazzi su un solo singolo fatto riguardante i problemi nel medio-oriente. Il suo intervento è stato invece un lunghissimo panegirico, un elogio alla propria carriera, uno spot di 45 minuti per le azioni di solidarietà del Sermig, e una promozione per la raccolta di fondi attraverso la vendita delle torte degli studenti, noto come Progetto “Nonna Papera”. Secondo Olivero i giovani sono l’unica fonte di finanziamento della sua organizzazione. Questo ce l’ha detto con il sorriso sulla bocca e una pacca sulla spalla del ragazzo/studente/presentatore che gli stava a lato e che ricambiava col sorriso compiaciuto. A me dava l’impressione che se fosse stato un raduno di docente, o banchieri, o industriali, o commercianti, sarebbero diventati loro l’unica fonte di finanziamento. Ma, per carità, questa era solo una mia impressione. Non credo di essere mai stata testimone in tutta la mia vita di una tale dimostrazione d’auto-adulazione, melenserie, e sviolinamenti.
Dopo hanno parlato Scali e Marrone, una simbiosi diabolica, l’ennesimo esempio di come la estrema destra e sinistra riescono a trovarsi d’accordo, questa volta nella demonizzazione di Israele, l’unica democrazia in medio-oriente, nel cui parlamento sono anche rappresentati gli arabi-israeliani. Hanno raccontato aneddoti, poco credibili e non documentati, mettendo in cattiva luce Israele ed il suo esercito.
Quando finalmente toccava a Pezzana, il tempo a disposizione era quasi scaduto. Conoscendolo, immaginavo che avesse preparato un discorso conciso dell’evoluzione storica del conflitto e delle tante occasioni persi dal rifiuto dei palestinesi di formarsi un loro stato accanto ad Israele. Però non rimaneva tempo neanche per un succinto sommario. Poi, mi chiedevo come diavolo avrebbe reagito a tutto ciò che aveva sentito, lui che si dedica anima e corpo alla causa democratica israeliana.
Appena ha preso la parola ha detto che non aveva niente da dire in risposta all’intervento di Olivero. Già, come si fa in una sede simile con uno che si proclama portatore di pace e di solidarietà? Poi, però, ha contraddetto e corretto con fermezza le menzogne ed i misfatti che sono stati pronunciati dagli altri. Dopo ha fornito qualche fatto storico, ma accorgendosi del tempo ristretto, ha deciso di volare in alto. Ha fatto il signore. Ha invitato gli studenti a non affidarsi alle persone che esprimono opinioni di parte, ma ad andare a cercare i fatti, di leggere la storia, ad informarsi a fondo, prima di formulare un’opinione propria.
Mentre Pezzana parlava, lo studente che presentava i relatori e amico di Olivero allargava le braccia bianche (aveva solo un t-shirt), sgranchendosi e stiracchiandosi con disattenzione. Mi ha fatto notare quanto si riesca a comunicare con il linguaggio del corpo, la propria educazione e il rispetto verso gli altri o la mancanza di ambedue.
Prima che si concludesse la conferenza, io non ho resistito a rivolgere una domanda al presidente del Sermig, una domanda che avevo sullo stomaco da molto tempo. Gli ho chiesto, come mai lui e la sua organizzazione si sono offerti con tanto entusiasmo ad ospitare i 13 terroristi che hanno assediato la Chiesa della Natività a Gerusalemme. La sua risposta: il dono del perdono! Chi sa quale potere divino o terreno ha consacrato lui con il potere del perdono? Sono sicuro che il padre (che io ho conosciuto in Israele) di una ragazza assassinata dal terrorista palestinese che adesso si trova Roma, non gli avrebbe mai dato questa delega.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista