Autogestione: Guerra, pace e diritti umani / Così li spiegano nei licei (L'Opinione, 4 febbraio 2003)
Per la prima conferenza il quarto giorno dell’autogestione, il tema era “Le Guerre nel Mondo”. I ragazzi hanno invitato Paola Giorgis di Emergency, Giangiacomo Pace di Amnesty International, e Nanni Salio, Presidente del Centro Studi Sereno Regis. Io avevo invitato Daniele Capezzone, il secretario dei Radicali Italiani, che però purtroppo non ha potuto venire a causa dei suoi impegni a Roma per la legge sull’indulto. È venuto in sua vece, Carmello Palma, consigliere regionale radicale, che certamente non era meno capace di comunicare la posizione del Partito Transnazionale Radicale sulle guerre nel mondo.
La conferenza è iniziata in modo estremamente pacato. Giorgis e Pace hanno presentato ognuno la propria organizzazione, la storia della loro nascità e le loro missioni nel mondo. Finché hanno parlato loro non si è entrato nel merito delle guerre, ma si è solo parlato dell’impegno di salvaguardare il benessere della popolazione civile. Giorgis ha raccontato un po’ di storiografia bellica illustrando come con la seconda guerra mondiale, le popolazioni civili abbiano incominciato a diventare le vittime principali delle guerre. Pace, un giurista, ha spiegato la differenza fra i diritti umani e i diritti umanitari, e della necessità nel secondo, di definire gli strumenti bellici e di proteggere le persone non combattenti.
Poi Palma ha introdotto la sua organizzazione, il Partito Radicale Transnazionale, e ci ha dato una panoramica planetaria degli impegni globale di quest’organizzazione che è chiamata partito ma che gode dello status di organizzazione non governativa (ONG). Ha toccato tutte le zone geografiche che sono preziose all’impegno dei radicali nel mondo. Pur essendo super-comprensivo, non è stato affatto superficiale nel raccontare le sofferenze della minoranza cristiana dei Montagnards in Vietnam, i Falun Gong in Cina, la causa della Cecenia, e la dissidenza Cubana, per menzionare solo alcuni casi.
Ha indicato come il tanto osannato ONU mandò quattromila uomini in Ruanda, dove furono capaci solo a stare a guardare il massacro degli ottocentomila Tutsi. È passato poi sul suolo europeo: Srebrenica, la città simbolo per eccellenza della vergogna, dichiarato territorio protetto dell’ONU, dove fu commesso il peggior massacro della storia europea del dopoguerra: 7,500 persone assassinate e fatte sparire in fosse comuni.
Rimanendo poi alla penisola balcanica ha illustrato come dopo 10 anni d’ incapacità diplomatica da parte degli europei, grazie agli americani e agli accordi di Dayton, in Bosnia abbiano smesso finalmente di massacrarsi. In fine, ha precisato che se vivono sani e salvi tanti musulmani albanesi in Kosovo, lo ci si deve all’intervento militare guidato dagli americani, che ha anche avuto il merito di contribuire alla rimozione di Milosevic.
Purtroppo dopo il suo intervento Palma ha dovuto andarsene per impegni professionali. Non avrebbe potuto partire in un momento meno opportuno. Quando ha preso parola Nanni Salio del Centro Studio Sereno Regis, prima ha recitato i soliti luoghi comuni: che l’unico scopo delle guerre è l’interesse economico e che, in Iraq, quei demoni statunitensi sono assetati di petrolio, come sanno anche i bambini dell’asilo, e per il quale si è meritato un applauso scontato. Poi ha pronunciato una bestialità che io non avevo ancora mai sentito: quei brutti cattivi americani non avrebbero dovuto bombardare l’Europa neanche durante la seconda guerra mondiale perché la resistenza e il pacifismo avrebbero potuto fermare Hitler da soli!
La ciliegia sulla torta della conferenza è stata la proiezione di un filmato di Gino Strada dal Social Forum di Firenze. A questo punto non ho più resistito, mi sono alzata e me ne sono andata.
giogia@giogia.com Ritornare alla lista