Italian Perspectives                                         
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

Autogestione: Una controriforma contraffatta   (Sull’Opinione, 21 febbraio 2003)

L’ultimo giorno di autogestione, non c’era niente in programma:  nessuna conferenza, nessun workshop teatrale, niente film. Doveva essere l’apice dell’autogestione, il coronamento di una settimana di lavoro.  I ragazzi volevano presentare la loro controriforma scolastica e avevano invitato la Moratti a venire a Torino per discuterla con loro.  Io ero molto incuriosita di vedere quale sarebbe stato il contenuto di questa riforma, visto che era da un pezzo che ci lavoravano su con una certa aria di segretezza.

Alle 11 sono scesi in strada in Via Garibaldi, una via pedonale della città, per far conoscere e condividere coi cittadini Torinesi il frutto della loro settimana di lavoro.  Avevano messo l’impianto di musica per strada che suonava a tutto volume.  C’era una musica rock che mi sembrava familiare, coi ritmi dei miei tempi.  Mi pareva che avrei dovuto conoscere ogni parola a memoria, ma invece non ne conoscevo neanche una.  Ho chiesto ai ragazzi chi era il complesso e mi hanno detto che si chiamavano System of a Down e che era un complesso Retro Rock, il che spiegava tutto.

Ballavano, vendevano torte, c’era un ragazzo che si esibiva come juggler con un talento non da poco, c’era una bellissima atmosfera festosa.  Finalmente ho trovato il banco dove c’era la famosa controriforma in forma di lettera, indirizzata alla Moratti e lunga quasi due pagine complete.  Ho saputo dopo che ne avevano fatto 700 fotocopie di questa lettera da far firmare ai passanti.  Ho preso un paio di fogli e sono andata a mangiare un boccone con un mio collega che insegna da molti anni e conosce molto bene il sistema scolastico, i suoi pregi e difetti, la storia di tutte le riforme precedenti, e la differenza fra i programmi dei licei classici, scientifici, e linguistici e le scuole tecniche e professionali. Ci tenevo a leggere il documento insieme a lui perché era molto più in grado di me di giudicarne i meriti.

Ciò che abbiamo subito notato è che il documento certamente non è stato scritto dai ragazzi.  Di contenuto c’era poco, qualche lamentela di tono marxista sul pericolo di “crearsi una forte disuguaglianza fra le classi sociali” e il progetto di alternanza scuola-lavoro che “si traduce in uno sfruttamento” ed “un processo di mercificazione”.  Ma parole, ce n’erano tante, anzi tantissime, in quel politichese contorto e stordente.

Quando siamo tornati fra i ragazzi c’era una piccola coda di gente che voleva firmare.  Abbiamo visto un via vai troppo veloce, però, perché potessero aver letto tutta la lettera.  Ho chiesto una spiegazione ai ragazzi e loro hanno confermato dicendo:  È vero.  Noi diciamo a tutti di leggerla, ma tutti dicono, “No, non abbiamo tempo.  Siete contro la Moratti. Ci fidiamo di voi.”  Avete capito?  Basta dire che si sia contro la Moratti e la gente firma.  Potevano aver scritto: proponiamo di mettere bombe in tutte le scuole della penisola, e la gente firmava.  Ma non ho ancora raccontato il peggio.

Volevo entrare nel merito con loro di una delle critiche che erano scritte nella lettera, ma non ho trovato un ragazzo o una ragazza in grado di spiegarmi il loro punto di vista.  Perché?  Perché nessuno di loro l’aveva letta!



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