Italian Perspectives                                 
by Sandra Giovanna Giacomazzi 

Assilli per Silvio, e Gigli per Gianni  (L'Opinione, 31 gennaio 2003)

Hanno fischiato il presidente del consiglio davanti al Duomo di Torino perché è arrivato al funerale con una macchina straniera.  Però le macchine della scuderia di stato c’erano già prima del premier.  E inoltre, si è saputo in questi giorni non solo delle 35 minacce di morte contro il premier nell’ultimo anno, ma anche che la vettura blindata non è per sua scelta ma di obbligo, e che quelle Made in Italy non sono ancora all’altezza in termini di sicurezza.

In ogni modo, questo mentre tutti esprimevano una reverenza rimpinguata per un uomo che proibiva ai suoi propri lavoratori di usufruire del parcheggio dell’azienda se non con marche di macchine della casa madre.  Queste forzature e irriverenze per le leggi del mercato sono i fili conduttori della fine che sta facendo la Fiat.  Ma pare che questo non importi.  Si fischia un uomo che ha costruito un colosso dal nulla e che ha solo creato posti di lavoro, e si applaude invece chi ha il merito di aver ereditato un impero che ha affossato.  Così va il mondo.

Allora c’è poco da meravigliarsi che si riempiano le piazze con gente che grida “Bush Boia” e nessuno invece che ci vada a dire “Saddam Satana.”  È normale che si imputi di nefandezze un Paese che ha mandato e manda i suoi soldati a combattere per la libertà altrui, che è meta per i diseredati di terre lontane che accoglie da secoli, e che non si sprechi un’accusa contro i cattivi che opprimono il loro popolo e minacciano il mondo.  Così fanno i viziati, con i valori al rovescio e il vezzo di demonizzare i democratici e deificare i dittatori.



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