Italian
Perspectives
by Sandra Giovanna
Giacomazzi
L’Opinione delle
Libertà, Edizione 234 del 31-10-2006
Un appello a
Berlusconi per evitare il rischio dell’inciucio
Il Cavaliere
chieda consiglio a Guzzanti su come riconquistare i cuori azzurri
di Sandra Giovanna Giacomazzi
Va di moda in
questi giorni raccontare i sogni sulle prime pagine dei giornali.
Giovanni
Sartori su “Il Corriere della Sera” e Eugenio Scalfari su “La
Repubblica” hanno
raccontato le loro variazioni sul tema di un Prodi che cade, che
più che un
sogno per loro sarebbe un incubo. Anche per noi sarebbe un incubo un
Prodi che
cade nel modo in cui si sta prospettando la sua caduta, ossia con a
seguito un
governo di “larghe intese”.
Il
Cavaliere, che
ci ha fatto tanto sognare, dovrebbe farsi un bel ripasso di ciò
che fa e che
non fa sognare il suo elettorato. Basterebbe che si rivolgesse ad uno
dei
senatori del suo partito, Paolo Guzzanti, che tiene in mano e in
memoria
l’inventario completo dei nostri sogni e dei nostri incubi.
Lamberto
Dini,
per esempio, non fa parte dei nostri sogni. Non capiamo perché
proprio il
Cavaliere dodici anni dopo propone che sia proprio il Ranocchio a
formare un
nuovo governo. Possibile che non si ricordi del governo “Dinissimo”,
che
prometteva sempre di dimettersi dal suo governo ad “interim”, ma che
non si dimetteva
mai, o di Scalfaro che pensava a tutto fuorché a richiamare gli
italiani alle
urne come sarebbe stato suo dovere. Non sogniamo un “remake” di quella
sceneggiatura. Se Forza Italia è tornata nei sondaggi ai livelli
del 2001 come
ci racconta Berlusconi, se il governo di centrosinistra ha perso
più punti in
due mesi di qualunque altro governo nella storia della Repubblica, non
capiamo
il perché di questa voglia matta di traghettare e di
temporeggiare. Se la ragione è la
certezza che Napolitano
non sarebbe disposto a richiamarci subito alle urne, siamo d’accordo
con
Guzzanti nel chiedere perché dovrebbe essere più disposto
fra due anni quando
un Ranocchio o un Baffino qualsiasi avrebbero fatto meno danni e
causato meno
dissensi della Mortadella e quindi l’urgenza urne sarebbe meno sentita.
Non
capiamo
perché Berlusconi dovrebbe compromettersi e deluderci per
salvare loro, e non
l’abbiamo mai capito. Il popolo che Silvio ha fatto sognare sono
liberali e
rivoluzionari che non amano compromessi, soprattutto quando non sono
interpretati da chi ne è beneficiario come un venirsi incontro
da gentleman, ma
come segno di debolezza, tant’è vero che mai hanno detto
“grazie”. Ogni volta
che l’uomo che ci ha fatto sognare si compromette, scaccia i nostri
sogni. Il
voto per mandare i nostri soldati in Libano, sapendo che non ci si
andava per
disarmare gli Hezbollah, ma per impedire l’autodifesa di Israele, non
ci ha
fatto sognare. L’accordo sull’indulto nemmeno, anche solo per la sua
lezione
diseducativa.
Preferiremmo
un’opposizione che si oppone, come avremmo preferito una maggioranza
che andava
diritto per la sua strada. Aver salvato la flotta aerea di bandiera con
il suo
personale strapagato e straviziato, aver tolto dalla precarietà
tanti
insegnanti col sistema delle graduatorie e non con uno meritocratico,
avere a
malapena fatto breccia ad una riforma vera della giustizia sono solo
alcune
delle cose che hanno eroso la nostra capacità di sognare lo
stato liberale ed
efficiente che vorremmo fosse l’Italia. Sprecare l’impopolarità
bipartisan di
Prodi, proponendo un traghettare con non si sa chi, per non si sa
quanto, fa
diventare il sogno di un Prodi che cade un incubo anche per noi.
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