L’Opinione delle Libertà, Edizione 240 del 08-11-2006
La denuncia lanciata da Melanie
Philipps, autrice di “Londonistan”, allarma gli
americani
La nuova
Inghilterra, anti Usa e antisemita
di Sandra Giovanna Giacomazzi
La Gran Bretagna
si sta rivoltando contro il suo alleato per eccellenza, gli Stati
Uniti, e lo
sta facendo a proprio rischio e pericolo. Questa la denuncia di Melanie
Phillips, autrice di “Londonistan”, dalle pagine editoriali di “Usa
Today”. Che
porta come prova non solo il fatto che il primo ministro laburista
più affermato
della storia rischia di essere sloggiato dal suo posto proprio per il
suo
appoggio alla politica statunitense in Iraq. Ma la preponderanza di un
nuovo
spirito di appeasement è anche resa evidente dai sondaggi e
dalle citazioni di
esponenti politici di tutte le tendenze.
Ma le uscite più raccapriccianti sono state quelle del
parlamentare
dell’ultrasinistra George Galloway, secondo il quale se un terrorista
suicida
dovesse mai assassinare Tory Blair, sarebbe un atto “giustificabile
moralmente”. Sempre secondo Phillips, il pregiudizio contro l’America
viaggia a
pari passo con l’antisemitismo. Un’intervista pubblicata su
“Independent”
riguardo alla “lobby israeliana” era accompagnata da un disegno della
bandiera
americana nel quale le stelle degli Stati erano rimpiazzate da
cinquanta stelle
di Davide.
Purtroppo non è stato facile. Ogni germoglio di sicurezza
seminato viene subito
sabotato. Pagano con la vita soldati americani, soldati alleati,
iracheni e
afgani. Con un siffatto stato di cose è impensabile che Bush
vada a dormire a
cuor leggero. Ma qual è l’alternativa? Abbandonarli al loro
destino? Non
vorremmo essere nei suoi panni. Il mal comune degli europei, dei
britannici e
degli stessi americani, è che molti hanno perso la bussola e la
fede nei valori
condivisi della propria cultura dominante, finché sarà
dominante, dello stato
nazione e dello stato di diritto, preferendo il relativismo, il
multiculturalismo e la presupposta legittimità delle istituzioni
internazionali,
soprattutto quella più sacrosanta di tutte, le Nazioni Unite,
nonostante la
predominanza di valori tutt’altro che democratici nella maggioranza dei
suoi
membri.
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