L’Opinione delle
Libertà, 20 marzo 2007
Mentre i leader
dell’Unione Europea firmavano un accordo di principio sui consumi
energetici
che dovrà essere attuato entro il 2020 e che ora dovrà
ancora passare alla
Commissione Europea perché vengano precisate le concrete
modalità attuative, un
piano complicatissimo che specifica ogni tipologia di consumo, le
percentuali
permessi, le riduzioni pretese e le eccezioni previste, negli Stati
Uniti
mettevano già in opera un piano di azione di una
semplicità inverosimile: il
prolungamento dell’ora legale.
Quest’anno è stata attuata una nuova legge passata dal
Congresso nel
2005 che prolunga la durata dell’ora legale di un mese, anticipandola
di tre
settimane a marzo e prolungandola di una settimana a novembre. Secondo il American Council for an Energy
Efficient Enocomy (Consiglio Americano per un Economia di Efficienza
Energetica), il provvedimento comporterà un risparmio energetico
di 10.8
milioni di tonnellate metriche di emissioni carboniche nei prossimi 13
anni.
Il concetto
dell’ora legale, Daylight Saving Time (Risparmio della Luce del Giorno)
in
inglese, fu inventato, ma non applicato, nel 1784 da quell’americano
praticissimo
di nome Benjamin Franklin, colui che scrisse il motto sul risparmio: “A
penny
saved is a penny earned”, “Un centesimo risparmiato è un
centesimo
guadagnato”. Fu all’età di 78 anni,
durante il suo soggiorno a Parigi, che propose in maniera scherzosa di
avanzare
le lancette dell’orologio in un saggio capriccioso scritto per il
“Journal di
Paris” e intitolato “An Economic Project”.
Osservando l’abitudine parigina di alzarsi a mezzogiorno e di
fare la
bella vita fino alle piccole ore del mattino, suggerì lo
spostamento delle
lancette come metodo di risparmio energetico, fornendo calcoli
minuziosi del
numero di notti fra marzo e settembre, il numero di famiglie a Parigi,
le ore
in meno di candele bruciate per arrivare alla cifra corrispondente alla
quantità
di cera e di grasso che la città di Parigi avrebbe potuto
risparmiare in un
anno. Il saggio fu più apprezzato
per
il suo umorismo che per il suo pragmatismo.
Bisognava aspettare fino al 1907 prima che l’idea fosse avanzata
in modo
serio da un costruttore britannico, William Willett, in un pamphlet
intitolato
“Waste of Daylight”, “Spreco della Luce del Giorno”.
Quindi, “Daylight
saving time” si adopera negli Stati Uniti e in molti Paesi Europei dai
tempi
della Prima Guerra Mondiale, quando il sistema fu adottato per
conservare le
fonti energetiche per produrre l’elettricità.
Dopo la guerra alcune località riconvertirono all’ora
solare, ma altri
mantennero l’ora legale. Poi, durante
la Seconda Guerra Mondiale il Congresso passò una legge che
convertì l’intero
Paese al “war time”, “tempo di guerra” spostando un’ora avanti di
un’ora per
l’intera durata della guerra. Fu anche
applicato in Gran Bretagna dove in estate avanzarono l’orologio
addirittura di
due ore. Finita la guerra, negli Stati
Uniti ogni Stato e alcune località cominciarono ad applicare
l’ora solare o
legale a proprio piacere creando molto scompiglio, particolarmente
negli orari
ferroviari e nel traffico aereo. Fino
al 1996 quando il Congresso passò il Uniform Time Act,
stabilendo un sistema
uniforma per l’intero Paese. Poi nel
1982 fu stabilito che l’ora legale iniziasse alle 2 della prima
domenica di
aprile e che finisse alle 2 dell’ultima domenica di ottobre,
allineandosi con
l’Europa e il resto del mondo.
C’è sempre stata
molto controversia fra chi è a favore dell’ora legale e chi
preferisce l’ora
solare, ma la maggior parte degli americani sono contenti di aver
un’ora in più
di luce al giorno per un mese all’anno.
Il problema è per quelli che gestiscono gli orari per le
linee aeree e
non è un problema da poco. Bisognerebbe
che gli americani convincessero il resto del mondo del merito del
metodo per il
risparmio energetico. Non sarebbe male
se, anziché punirci pretendendo che andiamo a piedi, che
demoliamo le nostre
macchine, che compriamo un’automobile nuova ogni tre anni, i nostri
burocrati
europei decidessero di regalarci un’ora in più di luce al giorno.
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