Italian
Perspectives
by Sandra Giovanna
Giacomazzi
L’Opinione delle Libertà, Edizione 253 del 20-11-2007
Congresso organizzato dal Centro Pannunzio e dalla
Casa Editrice Genesi
1947: l’anno
della svolta sia culturale che storica
di Sandra Giovanna Giacomazzi
1947, l’anno
della svolta. Così si intitolava il convegno tenutosi per
l’intera giornata di
sabato scorso presso la Fondazione Sandretto Rebaudengo di Torino.
Organizzato
dal Centro Pannunzio e la casa editrice Genesi, il convegno si
proponeva come
occasione per una riflessione storica sui vari aspetti che rendono
quell’anno
“particolarmente importante e fecondo”, pur trattandosi di un periodo
“tormentato, animato da forti passioni e scosso da profonde, laceranti
conflittualità che hanno pesato sulla storia successiva”. Per
alcuni, il’47 fu
l’anno in cui l’Italia scelse “la conservazione piuttosto che le
riforme. Per
altri, fu l’anno in cui Alcide De Gaspari, Luigi Einaudi e Giuseppe
Saragat
salvarono l’Italia “da una dittatura comunista incombente, facendo fare
al
Paese una scelta di campo inequivocabilmente occidentale e
liberaldemocratica”.
I temi degli
interventi testimoniano quanto quell'anno fosse ricchissimo di
eventi importanti sia dal punto di vista storico che da quello
culturale:
“Saragat e la scissione socialista di Palazzo Barberini”,” Il trattato
di pace
e l’esodo giuliano-dalmata”, “Alcide de Gasperi e la scelta di campo”,
“Luigi
Einaudi salva la lira”, “28 dicembre muore Vittorio Emanuele III”,
“Elio
Vittorini non suona il piffero della rivoluzione: la fine del
Politecnico”,
“L’utopia giellista e la fine del Partito D’Azione”, “Il partito
comunista dal
dopoguerra all’art. 7 della Costituzione”, “La guerra fredda”, “Mario
Scelba,
ministro degli Interni”, “Sicilia, 1° maggio: la strage di Portella
delle
Ginestre” e “27 dicembre: viene firmata la Costituzione della
Repubblica”.
La
scelta dei
relatori rispecchia la tradizione del Centro Pannunzio di discutere di
temi
importanti offrendo una ricostruzione storica senza faziosità
né ideologia,
mettendo a confronto opinioni, però, tutt’altro che neutrali,
anzi,
discordanti, offrendo a chi ascolta la libertà di trarre le
proprie
conclusioni.
E’
stato il
compito dell’editore della casa editrice Genesi Sandro Gros Pietro
ricordare
come nel 1945 Elio Vittoriani fondò la rivista, “Il
Politecnico”, per l’editore
Einaudi. E come furono proprio l’apertura culturale della rivista e le
posizioni assunte da Vittorini in merito alla necessità di una
ricerca
intellettuale autonoma dalla politica e quindi non “organica” a
suscitare la
famosa polemica con Palmiro Togliatti che consegnò la rivista
alla sua chiusura
prematura proprio nel 1947.
Lo
storico e
giornalista, Giancarlo Lehner, ha fornito un elenco di strage e
mattanze,
raccapriccianti racconti d’eccidi ai quali ormai ci hanno abituato i
libri di
Giampaolo Pansa, ma non per questo meno ripugnanti. Molto meno
conosciuto è il
ruolo determinante che Togliatti ebbe nei Patti del Laterano trattando
direttamente col Vaticano, contro la volontà dei membri del
proprio partito,
agendo secondo le direttive di Mosca. Contribuendo, quindi, alla
formulazione
del articolo 7 e alla commistione di fatto fra stato e chiesa, scelta
che
logora ancora la politica odierna.
E’ toccato al
Professor Francesco Fiordaliso, dirigente scolastico del Liceo classico
Giovanni Pantaleo di Castelvetrano in provincia di Trapani raccontare
la strage
di Portella delle Ginestre del 1° maggio del 1947.
Fu la prima strage della Repubblica che avrà in comune
con tutte
le altre stragi che seguiranno: le tante teorie riguardanti mandanti
diametralmente
contraddittori ed irrisolvibili.
Last,
but not
least, il dulcis in fundo, nel suo senso letterale, non quello ironico,
è stato
l’intervento di Tito Lucrezio Rizzo, Consigliere Capo servizio della
Presidenza
della Repubblica e professore di Storia del Pensiero giuridico
UniMarconi che
ha parlato della costituzione della repubblica con tanto eruditismo
quanta
passione, due qualità non facili da coniugare. Chi ha avuto la
resistenza di
arrivare fino all’ottava ora del convegno è stato premiato da
una lezione di
diritto eccezionale. Se il pubblico dava qualche segno di sonnolenza e
assuefazione prima della sua “lezione”, a giudicare dalla folla che lo
circondava a fine convegno, non solo è stato risvegliato, ma si
sarebbe fermato
per una nona ora. Difatti gli è stata estorta una promessa di
tornare a Torino
per altre iniziative del Centro Pannunzio.
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